IL CAIRO – Patrick Zaky resta in carcere per altri 45 giorni. Lo ha deciso un giudice del Cairo respingendo le richieste della difesa che ieri ne aveva chiesto l'immediata scarcerazione. Si tratta dello stesso giudice che ieri ha ordinato il congelamento dei beni dei dirigenti della sua Ong – Egyptian initiative for human rights , Eipr – arrestati nelle settimane scorse e poi rilasciati in seguito alla pressione internazionale.
Zaky è stato arrestato il 7 febbraio scorso, di ritorno da Bologna in Egitto per una breve vacanza. Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano fake ma che hanno configurato fra l'altro la "diffusione di notizie false, l'incitamento alla protesta e l'istigazione alla violenza e ai crimini terroristici". Secondo Amnesty International rischia fino a 25 anni di carcere.
"Dopo ore di attesa questa decisione vergognosa e sconcertante di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaky lascia senza fiato e sgomenti. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. "Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora", sottolinea Noury, lanciando un appello: "E' veramente il momento che ci sia un'azione internazionale guidata e promossa dall'Italia per salvare questo ragazzo, questa storia anche italiana, dall'orrore del carcere di Tora in Egitto.
Gasser Abdel Razek, Karim Ennarah e Mohamed Basheer erano stati fermati a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro con l'accusa di aver diffuso informazioni false e di aver complottato contro lo Stato. Due giorni fa sono stati rilasciati ma le accuse contro di loro non sono state ritirate. La decisione di congelarne i beni, come riferisce l'Ong stessa in un tweet, è stata presa senza aver ascoltato la difesa presentata dai legali, a cui è stato nuovamente negato l'accesso agli atti.
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