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Diritti umani, Libia, gas e Islam: tutti i nodi della visita di Al Sisi in Francia

PARIGI – Nelle ore in cui si decide la sorte giudiziaria di Patrick Zaky, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi è a Parigi per una visita di tre giorni che dovrebbe, secondo l'auspicio della diplomazia francese, rafforzare i rapporti bilaterali. Al Sisi ha un nutrito programma. Ieri sera ha cenato con il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian e stamattina incontrerà Emmanuel Macron. Il presidente egiziano vedrà anche il premier Jean Castex, e i presidenti di Senato e Assemblea nazionale.

Diritti umani

È la questione più delicata per Macron dopo lo scontro diplomatico provocato nel 2019 quando in una conferenza stampa al Cairo insieme al presidente egiziano aveva criticato apertamente il regime per "aver imprigionato giornalisti e blogger" e "non andare nella giusta direzione". Quelle dichiarazioni avevano provocato un raffreddamento delle relazioni bilaterali. "La questione dei diritti umani, in particolare dei casi individuali, sarà evocata dai due Presidenti", assicurano ora all'Eliseo senza fornire dettagli su quello che Macron dirà al riguardo. Il capo di Stato dovrà fare l'equilibrista: non vuole probabilmente urtare il "Faraone" invitato a Parigi ma è pressato dall'appello di diciassette ong, tra cui Amnesty, che lo hanno spronato a "non mostrare indulgenza nei confronti della brutale repressione di ogni forma di dissenso". Macron deve anche tenere conto del prossimo arrivo di Biden alla Casa Bianca. Il leader democratico potrebbe esprimere un sostegno a Al Sisi più sfumato rispetto a Trump.
Piuttosto che una condanna generica del regime, l'Eliseo insiste sui "casi individuali" da risolvere. E l'entourage di Macron si prende una parte del merito nel risultato ottenuto qualche giorno fa: il rilascio dei tre attivisti dell'Egyptian initiative for personal rights (Eipr) comunicato poche ore prima della conferma della visita di Al Sisi a Parigi. L'arresto degli attivisti dell'Eipr, raccontano all'Eliseo, è stato oggetto delle discussioni preparatorie alla visita del presidente egiziano. "Quindi siamo felici della liberazione dei tre militanti. È una buona notizia. Lo prendiamo come un segnale positivo inviato dall'Egitto". Restano molti altri casi sul tavolo dell'incontro, a cominciare da Patrick Zaky e Ramy Shaath, sposato alla francese Cécile Lebrun. Arrestato un anno fa, Shaath è ancora in attesa di processo.

Difesa

È un dossier strettamente legato alla questione dei diritti umani. I gruppi di armamento francesi sostengono che la posizione di Macron nel 2019 abbia avuto un impatto negativo sui contratti con il Cairo, a vantaggio di altri partner europei, vedi l'Italia che ha venduto le sue fregate Fremm. D'altra parte, il partenariato con il regime egiziano provoca interrogativi nella stessa maggioranza. Un recente rapporto parlamentare sottolinea "il danno reputazionale e il crescente costo politico nella vendita di armi e tecnologia di sorveglianza all'Egitto".
Dal 2013 al 2017 la Francia è stata il principale esportatore di armi verso l'Egitto, superando persino gli Usa. Ma negli ultimi tempi le vendite sono diminuite. Per questa visita, dicono all'Eliseo, non ci saranno annunci "significativi" di nuovi contratti. Macron non ha comunque intenzione di rallentare la collaborazione. "La Francia e l'Egitto hanno una lunga storia di cooperazione strutturante nell'ambito della Difesa", spiegano all'Eliseo. "Proseguiremo questa cooperazione", aggiungono nell'entourage del leader franese sottolineando che l'Egitto ha relazioni con altri paesi che "come noi considerano sia utile alla stabilità nella regione".

Libia

Macron dovrebbe rinnovare oggi con Al Sisi un appello per la "partenza delle forze straniere, a cominciare dai russi, dai turchi e dei diversi mercenari presenti". Il leader francese vuole insistere sul dialogo politico che si sta faticosamente allacciando. "Pensiamo che ci sia una vera opportunità e dobbiamo continuare perché non succedeva da molto tempo", dicono all'Eliseo. La Francia ha cominciato a prendere le distanze dal maresciallo Haftar. "È un protagonista, ma non è il solo", precisano una fonte diplomatica. "La Francia parla con la maggioranza dei protagonisti, quindi non solo con il maresciallo Haftar". Secondo l'Eliseo, anche il regime di Al Sisi guarda altrove, in particolare al presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Salah.

Gas e Mediterraneo

Macron e Al Sisi sono alleati nella battaglia contro la Turchia anche nella contesa per i giacimenti di gas nel Mediterraneo. Qualche mese fa la Francia ha fatto domanda di adesione al Forum del gas lanciato dall'Egitto che si occuperà tra l'altro del gasdotto Eastmed, faraonico progetto che Ankara cerca di bloccare grazie all'accordo marittimo con la Libia. Le trivellazioni offshore hanno rappresentato un punto di svolta per l'Egitto. Il paese è passato nel giro di pochi anni da importatore a esportatore netto di gas naturale dopo la scoperta nel 2015 del blocco Zohr, gestito dall'Eni. Quest'estate Macron si è molto impegnato nella battaglia contro le ambizioni turche nel Mediterraneo orientale, anche con il dispiegamento della marina francese. E il governo di Parigi chiede sanzioni contro Ankara nel consiglio europeo questa settimana.

Islam politico

La lotta al terrorismo, priorità assoluta per la diplomazia francese, è sempre stata al centro della relazione con l'Egitto. Il presidente egiziano si è pone come l'unico in grado di arginare i Fratelli musulmani e l'Islam politico contro cui Macron è ancora di più impegnato dopo gli ultimi attentati. Mercoledì il governo francese presenterà la legge contro il "separatismo" contestata dal presidente turco Erdogan. Macron cerca una sponda in Al Sisi per parlare al mondo musulmano dopo le proteste anti-francesi in diversi paesi arabi. "Anche il presidente egiziano combatte l'islamismo", notano all'Eliseo. Il ministro degli Esteri Le Drian è andato al Cairo all'inizio di novembre e Macron ha rilasciato un'intervista su Al Jazeera per chiedere di rispettare il modello francese di laicità.Original Article

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