AGI – E' durato cinque ore il Consiglio dei Ministri convocato sul Recovery Plan. Cinque ore in cui è accaduto di tutto, dalle tensioni sulla cabina di regia alla ministra dell'Interno risultata positiva al tampone. Il premier e i ministri dovranno tornarsi a vedere. Intanto questa sera si terrà una riunione con il premier Conte e i capidelegazione.
Oggi comunque si sono messi sul tavolo i saldi del piano da 209 miliardi e si è fornita una prima idea di governance. La bozza entrata a Palazzo Chigi parla di un Comitato esecutivo formato dalla triade Conte-Gualtieri-Patuanelli, con il ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola a fare da raccordo con Bruxelles. A questo Comitato si affiancano, poi, sei esperti, uno per ogni area di intervento.
E' questa organizzazione ad aver dato vita, nella serata di ieri, all'ennesimo braccio di ferro interno alla maggioranza, con i rappresentanti di Italia Viva, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi, a lasciare il tavolo del vertice sbattendo la porta.
Matteo Renzi parla di atteggiamento "sprezzante" da parte del presidente del Consiglio mentre la ministra di Italia Viva, Teresa Bellanova, parla di aspetti incostituzionali nel Piano predisposto da Palazzo Chigi.
E nella premessa del Piano di resilienza e ripartenza, il premier sembra rivolgersi proprio agli scontenti del suo governo quando dice che il Piano "per dare concretezza ai suoi obiettivi persegue molte linee di azione sulle quali ci sarà il totale impegno del Governo, ma per il cui successo è necessario l'apporto di tutte e di tutti. Anche perchè il tempo stringe.
La positività di Lamorgese non dovrebbe pesare troppo sulla prosecuzione dei lavori dell'esecutivo, stando almeno a quanto riferiscono fonti di governo: il premier e tutti i ministri saranno sottoposti al tampone, ma durante la riunione di oggi – viene assicurato – sono state osservate tutte le norme di contenimento: distanza di sicurezza e mascherine.
Solo Di Maio e Bonafede, seduti accanto a Lamorgese, osserveranno un periodo di isolamento fiduciario. Venendo ai contenuti, la governance prevede, oltre al Comitato esecutivo e ai responsabili per settore, un Comitato di responsabilità sociale costituito dalle realtà produttive del Paese.
Gli investimenti vedono 'ballare' cifre importanti: dei 196 miliardi di risorse per gli investimenti, 48,7 andranno alla digitalizzazione e innovazione, 74,3 alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, 27,7 al settore infrastrutture per una mobilità sostenibile, 19,2 all'istruzione e ricerca, 17,1 alla parità di genere, 9 alla sanità. Risorse importanti che, nelle intenzioni del governo, dovrebbero avere un impatto forte sulla crescita: "Grazie agli effetti espansivi del Piano, a fine periodo di investimento (2026) il Pil risulterebbe più alto di 2,3 punti percentuali rispetto allo scenario di base", si legge nella bozza.
Un obiettivo che il governo perseguirà anche attraverso una riforma del fisco, con il taglio dell'Irpef per i ceti medi: "Abbiamo pensato innanzitutto a una riforma dell'Irpef, perché è l'imposta principale, interessa circa 41 milioni di contribuenti (dichiarazioni 2019 riferite all'anno di imposta 2018), e perché è quella che mostra più di ogni altra evidenti problemi di inefficienza, iniquità verticale e orizzontale e mancanza di trasparenza", si legge nella bozza.
"Finora siamo intervenuti sui lavoratori con reddito fino a 40 mila euro, ora dobbiamo intervenire a favore dei lavoratori (sia dipendenti sia autonomi) con un reddito medio, ovvero orientativamente incluso tra 40 e 60 mila euro, perché si tratta della fascia che oggi sconta livelli di prelievo eccessivi rispetto ai redditi ottenuti". Questo, sempre che la maggioranza riesca a superare le divisioni che la percorrono.
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