ROMA – Il mese di dicembre in serie A si è aperto con una domenica di campionato che è tornata a generare polemiche arbitrali, soprattutto dopo Roma-Sassuolo. "Gli arbitri in questa stagione stanno facendo bene e la giornata di ieri è stata positiva. Nella partita di Roma, al di là di un episodio, ci sono state molte decisioni prese correttamente dall'arbitro. Ma quando le decisioni non sono giuste al 100 per cento, ci si focalizza su quella sbagliata", puntualizza l'ex arbitro internazionale Gianluca Rocchi, tornando a quanto accaduto nella sfida dell'Olimpico, terminata sullo 0-0, con i padroni di casa in dieci per un tempo.
In particolare a lamentarsi della direzione di gara di Maresca è stato proprio il club giallorosso e il suo tecnico Paulo Fonseca, espulso a fine primo tempo. "Cosa direi a Fonseca? Così come tutta la Roma, è una persona disponibilissima: per me nel primo tempo ha protestato per delle decisioni meno sbagliate di quanto pensasse – sottolinea l'ex direttore di gara fiorentino, consulente delle relazioni istituzionali della Can in materia di Var, ospite di 'Radio Anch'io Sport' su Rai Radio 1 – Affrontare così un arbitro a fine primo tempo può portare a delle conseguenze: capisco la reazione di Fonseca, ma bisognerebbe essere più freddi perché trovano l'arbitro, un professionista, che è sotto stress, si sente invaso nel proprio spazio e reagisce con un rosso, che è condivisibile. E la stessa considerazione potrei girarla all'arbitro, che ha di fronte un professionista in difficoltà e sotto stress".
Rocchi si sofferma anche sul capitolo Var. "E' molto importante ma bisogna intenderci sull'obiettivo che si pone: se si pensa porti a zero errori dell'arbitro, allora è un fallimento; se invece l'obiettivo è ridurre drasticamente l'errore e dare la possibilità all'arbitro di rivedere per correggerlo, allora è un successo straordinario – il suo giudizio – Tantissime decisioni sono state corrette 'correttamente', quindi a mio parere è una innovazione utilissima". Circa il mestiere dell'arbitro, Rocchi spiega che "vorrei passasse un concetto: non è che se un calciatore sbaglia un rigore o un gol clamoroso diventa un brocco. E così è per l'arbitro, che non diventa scarso perché commette un errore: il suo sbaglio deve essere di scuola per i colleghi e bisogna capire perché ha sbagliato. Arbitri in sala stampa nel post partita come i calciatori? Può essere un'idea, perché no, non credo gli arbitri siano contro. Il problema è capire se un intervento di un arbitro in sala stampa a fine partita possa essere a favore della decisione che ha preso, per spiegarla, o se sia un momento per creare ulteriori polemiche. Non che mi si chieda solo se ho compiuto un errore, lo posso spiegare ma voglio anche poter spiegare perché l'ho commesso".
Affermato che il Var a chiamata "potrebbe essere una soluzione che toglierebbe responsabilità al Var" ("chi deve decidere in quella sala è solo. Se questa responsabilità fosse delegata ad un componente tecnico di chi chiama la tecnologia, sarebbe meglio") e che in Serie B sarà introdotto a partire dai prossimi play-off ed entrerà a regime dalla prossima stagione, l'ex fischietto toscano ammette anche che "quando una decisione dell'arbitro è spiegata nel suo percorso, è più facile comprenderla, mentre il silenzio è la scelta più errata. Io ho sempre puntato sul fatto che il compito principale dell'arbitro è tutelare la salute del calciatore: bisogna essere severi perché molti interventi possono procurare un infortunio". "Il cambio delle regole è sempre un momento di difficoltà per gli arbitri, la continua modifica può portare a una fatica ad adattarsi – ha detto ancora Rocchi -. Per certi aspetti, però, hanno semplificato il lavoro".
L'ex arbitro fiorentino, al secondo posto nella classifica di tutti i tempi di gare dirette in Serie A (263) alle spalle del solo Concetto Lo Bello, che primeggia con 328, è certo che "il limite dei 45 anni si può prolungare, ma il problema non deve essere chi lascia ma chi arriva: bisogna creare un ricambio importante, così come sta provando a fare Rizzoli, inserendo arbitri giovani che possono sbagliare". Finale sulla Serie A: "Mai un campionato è stato così bello e aperto, e per gli arbitri sarà ancora più difficile. Però, per esperienza, posso dire che la competitività è uno stimolo in più per fare meglio".Original Article
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