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A due anni dalla strage, il docufilm rievoca Corinaldo

“Entreremo nei soli locali che ci garantiscono divertimento e sicurezza”. A due anni dalla strage della discoteca “Lanterna Azzurra" di Corinaldo, i ragazzi che erano lì per ascoltare il loro idolo Sfera Ebbasta, e invece hanno assistito a quell’inferno, rivendicano due diritti inseparabili, per fare in modo che “una tragedia simile non accada mai più”.
Le loro testimonianze sono raccolte nel docufilm “Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto”, che affida alle voci e alle interviste dei più giovani il ricordo delle sei vittime e il racconto di come è nato e si è sviluppato il patto di corresponsabilità fra gestori di locali e minori che li frequentano. Il prodotto video è l’ultima iniziativa del Cogeu, il comitato di genitori aperto anche ai ragazzi, che da domani lo pubblicherà sul proprio sito, su youtube e sui social.
“Abbiamo provato ad andare oltre la paura e la rabbia, per reagire in senso positivo a una tragedia assurda, che ci ha devastati”, spiega a Repubblica Luigina Bucci, presidente del “Comitato genitori unitario” e cognata di Eleonora Girolimini, la madre di 39 anni che la sera tra il 7 e l’8 dicembre di due anni fa accompagnava nel locale la figlia undicenne ed è rimasta uccisa nella calca. Come lei, calpestati e soffocati nel fuggi fuggi scatenato dopo la diffusione di una nuvola di spray urticante – per la Procura di Ancona un diversivo per rubare catenine e oggetti preziosi agli adolescenti che aspettavano la performance musicale del trapper – sono morti Asia Nasoni, 14 anni di Marotta, Emma Fabini e Daniele Pongetti, 14 e 16 anni, entrambi di Senigallia, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Mattia Orlandi, 15enne di Frontone.
“Non si può pensare che i ragazzi rinuncino a frequentare le discoteche o i concerti di musica dal vivo”, commenta nell’anteprima del docufilm, Carlo Pesaresi, avvocato e membro dell’associazione dei genitori. “Voglio il nostro manifesto in tutti i locali”, dice una delle giovani protagoniste del video, che si impegna a frequentare le sole discoteche aderenti alla carta firmata da Cogeu, Confcommercio e Garante dei diritti della persona delle Marche. Un decalogo sulla sicurezza, che indica condotte e dispositivi da adottare nei locali: dalla garanzia del ricambio d’aria ai sensori elettronici per evitare situazioni di sovraffollamento. “Devono garantirci un divertimento in sicurezza e la responsabilità è anche di noi ragazzi”, aggiunge un’altra giovane intervistata.
Il Comune di Corinaldo anche quest’anno allestirà per tutta la notte, tra oggi e domani, un faro luminoso puntato verso il cielo da piazza “Il Terreno”, in ricordo delle vittime della “Lanterna Azzurra”. “Anche quest’anno abbiamo voluto riproporre un gesto sobrio, silenzioso necessario per riflettere ancora su quanto accaduto” sottolinea il sindaco Matteo Principi, uno degli indagati per cui la Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio in un processo bis.
Il procuratore capo Monica Garulli, infatti, dopo aver chiuso il filone dell’inchiesta sul presunto mancato rispetto delle norme di sicurezza e delle autorizzazioni a svolgere pubblici spettacoli all’interno del locale, nei giorni scorsi ha chiesto al gup di Ancona il processo anche per i proprietari dell’immobile, i gestori della discoteca, gli addetti alla sicurezza, la commissione comunale di vigilanza di Corinaldo presieduta dal sindaco e da due ingegneri. In tutto diciotto persone e la società che gestiva il locale, per i quali si ipotizzano i reati di cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni anche gravi, disastro colposo aggravato e, solo per la commissione, anche falso ideologico in atto pubblico.
A scatenare l’inferno all’interno del locale, invece, secondo l’esito del processo di primo grado, sono stati sei giovani della bassa modenese, che proprio quella notte, con l'uso dello spray al peperoncino, avevano deciso di compiere piccoli furti ai danni dei ragazzini in attesa del concerto. Sono tutti in carcere, condannati a pene che vanno dai 10 ai 12 anni e quattro mesi.

Corinaldo, strage nella discoteca Lanterna Azzurra: la procura di Ancona chiede il processo bis


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