Grano made in Italy delle colline piemontesi per i biscotti, latte a chilometro zero delle fattorie alle pendici del Monviso per i formaggi freschi, e per il cioccolato coltivazioni sostenibili e opportunità di sviluppo per i produttori delle comunità agricole nel cuore dell'Africa. Dietro al marchio di fabbrica Mondelez International, multinazionale alimentare nata come Kraft Foods, e leader globale nel settore dello snacking, per Italia e Grecia c'è Silvia Bagliani, da maggio 2020 amministratore delegato di tutto il gruppo per le divisioni che includono i marchi Fattoria Osella, Yocca, Philadephia e Sottilette per il fresco, e snack cui Oro Saiwa, Oreo, Toblerone, Tuc, Chipster, Fonzies, Mikado e Milka.
La manager, nata a Milano nel 1978, è in trincea per realizzare i progetti dell'azienda sulla compatibilità ambientale. "Non solo ci focalizziamo sulla materia prima ma anche sull'impatto che ha il mondo agricolo sull'ambiente circostante. Con 'Snacking made right' ci prendiamo in termini concreti l'impegno di lavorare su assi che garantiscano da un lato la consapevolezza dei consumatori e dall'altro la sostenibilità delle filiere agricole, con la riduzione dell'impiego di risorse idriche e di energia".
Harmony è un progetto nato dodici anni fa in Europa, e dal 2015 operativo anche in Italia. Un patto fra Mondelez International e agricoltori locali che coinvolge 1600 coltivatori, 13 mugnai e 26 cooperative in sette mercati tra Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Polonia, Spagna e Ungheria sull'uso corretto dei fertilizzanti per avere una materia prima di qualità, per proteggere la biodiversità e rendere tracciabili le risorse utilizzate. I coltivatori si impegnano a dedicare il 3 per cento delle terre alla semina di fiori che forniscono polline e nettare. Entro il 2022 il gruppo punta ad adoperare 280mila tonnellate di grano proveniente solo da agricoltura sostenibile per produrre tutti i marchi di biscotti nell'Unione europea.
"Oro Saiwa Classico, il biscotto icona della tradizione italiana, sta vivendo una seconda giovinezza perché dal febbraio 2019 viene prodotto esclusivamente con grano italiano, coltivato nelle province di Alessandria, Asti, Pavia, Torino e Cuneo. Abbiamo agricoltori nel raggio di 75 chilometri che ci forniscono la farina secondo la modalità Harmony per lo stabilimento di Capriata d'Orba, in provincia di Alessandria, uno dei nostri due impianti produttivi insieme a quello di Caramagna di Piemonte, nel Cuneese".
Fabbriche che nonostante il Covid, non si sono mai fermate. "Abbiamo chiuso gli uffici per la sicurezza delle persone, nel frattempo sono stati realizzati lavori di ristrutturazione. Li abbiamo riaperti a metà settembre con il team al 50 per cento, poi con l'ultimo dpcm abbiamo ulteriormente ridotto la presenza garantendo più smart working. Avevamo già introdotto anni fa il lavoro da remoto per quattro giorni al mese, per chi prendeva i mezzi e aveva i figli a casa. La produzione ha continuato a marciare, era un punto fondamentale perché se la gente avesse trovato gli scaffali vuoti si sarebbe allarmata. Devo un forte ringraziamento a tutti i colleghi che non hanno smesso di andare al lavoro nel periodo di maggiore angoscia". In quel momento grande attenzione anche alla solidarietà. Tra l'altro, Oreo ha deciso di donare il ricavato annuo agli ospedali di Alessandria e Cuneo e al Sacco di Milano.
Mondelez Italia ha un giro di affari di 900 milioni di euro, impiega 900 persone distribuite negli uffici operativi centrali di Milano, nelle reti commerciali e nelle sue fabbriche. "L'altro programma pregiato si chiama 'Cocoa Life', sostenuto dalla Fondazione Mondelez; punta a investire 400 milioni di dollari entro il 2022 per garantire un futuro sostenibile al cioccolato, coinvolgendo 200mila coltivatori di cacao e un milione di persone fra Ghana, Costa d'Avorio, Indonesia, India, Repubblica Dominicana e Brasile". Questo progetto, che si attaglia perfettamente all'indole di viaggiatrice e scopritrice di Silvia Bagliani, cerca di far progredire le comunità locali dei paesi in cui il cacao si coltiva. "Sono stata in Ghana per vedere da vicino, visitare le piantagioni, toccare con mano quello che fanno i contadini, parlare con loro. Un'esperienza molto bella e utile che mi ha reso ancora più cosciente. Il programma è rivolto alle comunità, ai gruppi di agricoltori di quei piccoli villaggi che non solo posso coltivare meglio, ma anche acquisire competenze che gli consentano di sviluppare nuove fonti di reddito e diventare più prosperi".
Silvia Bagliani alla fine degli anni Novanta entra nel gruppo Mondelez International, allora Kraft Foods, oggi presente in oltre 150 paesi in tutto il mondo, con un fatturato di 26 miliardi di dollari nel 2019 e 80mila persone tra fabbriche e uffici. La manager ha al suo attivo un diploma di liceo linguistico, una laurea in Economia aziendale alla Bocconi, un anno del liceo scambiato con una scuola in Georgia, nel Sud degli Stati Uniti, "una prova importante anche grazie all'ottimo rapporto con la famiglia che mi ospitava, con cui a distanza di tanto tempo sono rimasta in contatto". Sempre in movimento, prima di Mondelez, la manager ha lavorato tre anni a Milano e uno in Francia, in altre aziende alimentari per continuare a provare modelli di vita ed esperienze diverse. "Con mia mamma medico e mio padre che viaggiava abbastanza per lavoro, io a 27 anni avevo già iniziato a visitare paesi come l'Indonesia o l'India da sola, mossa dal desiderio di sfidare e cercare oltre".
A Mondelez inizia nel ruolo di brand manager, per poi passare alle vendite e al trade marketing sia in Italia che all'estero. Per due anni è in Australia, come marketing manager del comparto 'cheese'. A Melbourne incontra Stefano, anche lui del settore alimentare, più in là si sposeranno e nasceranno Leonardo, nel 2006 e Lorenzo nel 2010. Rientra in Italia nel 2004 per ricoprire con sede Milano la carica di marketing director globale per il brand Philadelphia, passando pochi anni dopo a guidare l'intera divisione alimentari italiana che poi si estende a Spagna, Portogallo e Grecia. Un nuovo approdo per Bagliani è Fattorie Osella, che ha casa a Caramagna Piemonte, a un passo dalle Langhe, ambiente ideale per far nascere tutti i formaggi, realtà di eccellenza nel panorama caseario e per l'impatto che ha sul territorio. "Riceve il latte dai conferenti, cento per cento italiano a chilometro zero. Non soltanto vende formaggio di altissima qualità, è anche la prima azienda italiana che riconosce il benessere animale e segue un protocollo su come le mucche da latte devono essere gestite".
I cambiamenti più grossi arrivano nel 2015 quando diventa direttore generale di Italia e Grecia per la divisione snacks. "Nella mia compagnia non sono una mosca bianca. Sono donne un capo stabilimento, un capo hr, un corporate affairs; siamo riusciti a sviluppare le carriere delle persone, a bilanciare i compiti. In fabbrica abbiamo l'astensione dai turni di notte per le mamme fino a una certa età del bambino, i periodi di paternità e i permessi retribuiti. È prevista una sola timbratura che consente flessibilità nell'orario. A disposizione dei lavoratori ci sono anche i corsi di yoga e la palestra aziendale. Negli anni si è ampliata l'attenzione per la diversity e l'inclusion che Mondelez ha nel suo dna".
Con un marito 'alleato da sempre', fare carriera è stato più semplice. "Ho puntato alle cose che mi piacciono e a crescere e svilupparmi con challenge diversi. Senza equilibrio è difficile realizzare un buon lavoro, ma io non mi sono mai risparmiata, mi piace, è la mia vita. Per l'organizzazione domestica ho un'ottima collaboratrice familiare. Col programma 'Powerful women talk' ho avuto incontri con giovani donne che avevano concluso l'università. A loro ho detto sempre: se hai una passione farai bene e questo ti permetterà di raggiungere traguardi importanti".
Precisina, noiosina, pignolina, Silvia Bagliani si descrive così, e per nulla timida. "Difetti ma anche pregi pensando al senso di responsabilità che serve per garantire un futuro migliore alle nostre marche e aiutare a crescere le persone che lavorano con me. È un mio dovere come leader. Marciare in team mi dà la carica, faccio del sorriso un punto di forza, senza prendermi troppo sul serio. Cerco di non fare il capo anche a casa, ogni tanto devo smussare gli angoli. Siamo una bella famiglia, ne sono fiera". Il gusto dei viaggi. Ne ha fatti anche con i figli ancora piccolissimi, con uno di un anno e mezzo è stata in Namibia per un safari. Vacanze uguale mare, barca, immersioni per tanti anni. "Sto leggendo 'Le Isole di Norman' di Veronica Galletta, abbastanza interessante. Ho letto 'The Breadwinner', un libro che hanno dato a mio figlio a scuola. È la storia di una ragazza afgana: ti dà la dimensione della fortuna di essere nati in una cultura che non ti priva della sicurezza. Non sono una buona cuoca, ma mi cimento con le ricette che consigliano alcuni dei nostri prodotti: il cheese cake con il Philadelphia o il risotto con la Osella". Un desiderio rimasto inevaso è il non aver avuto più di due figli. Il motivo c'è. "Ho tardato a trovare marito".Original Article
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