Sembrava un piccolo mondo antico, soppiantato dagli schermi dell’avanzata digitale. Una riserva indiana con le ore contate. Il declino, la nicchia che resiste al circolo ricreativo o nelle stanze sul retro di certi bar: tavolo, caffè e briscola per passare le ore. Chi avrebbe puntato sul recupero delle carte da gioco? Due di picche, asso di cuori, re, regine, fanti, proprio quelle lì.
Figuriamoci poi adesso che i bar e i circoli li hanno pure chiusi. E invece nel tempo casalingo dilatato che ci lascia questa pandemia, le carte conoscono una nuova primavera. Così, controcorrente rispetto agli altri che piangono sugli indici in flessione delle vendite, chi le produce si gode i grafici in salita.
“Prevediamo un aumento del fatturato intorno all’8-10 per cento – spiega Stefano Crechici, presidente della Modiano, storica società con sede a Trieste, uno dei grandi produttori di carte – e questo malgrado la chiusura dei casinò che in Italia sono soltanto quattro ma che nel mondo sono tanti”. Modiano fornisce carte di ogni tipo, dalla briscola al ramino, in parte anche i tarocchi: il 35% della sua produzione va per il mercato italiano, il resto all’estero: “Siamo un buon osservatorio per capire le tendenze – riprende il presidente – Il dato che emerge è che la gente dovendo restare più tempo in casa, trova nelle carte probabilmente un momento di incontro e di divertimento per stare insieme, lo stesso discorso vale per i giochi da tavolo, dal Risiko al Trivial di cui noi produciamo le carte, hanno avuto una impennata importante”.
Tra i giochi da tavolo, soprattutto i puzzle: quelli della tedesca Ravensburger per esempio negli Stati Uniti la scorsa primavera (primo lockdown) sono andati esauriti. Modiano in Italia in tutto il 2019 ha venduto due milioni di mazzi di carte da gioco, nel 2020 al 31 ottobre è già a 2milioni 100mila. Stessa cosa vale per il mondo dei tarocchi, il leader mondiale è un’azienda torinese, Lo Scarabeo la cui crescita del fatturato per quest’anno è stimata intorno al 20 per cento (complessivamente fatturato sarà di circa 5milioni e mezzo di euro). Lo Scarabeo ha in catalogo trecento tarocchi e una cinquantina tra oracoli e carte di divinazione. Peschiamo il Matto, il Bagatto, la Papessa, l’Impiccato, frughiamo tra gli Arcani cercando letture spirituali e risposte lontano dalla scienza? “La crescita della richiesta non riguarda soltanto l’Italia ma è generale nell’arco della pandemia, con picchi nel mercato russo e in quello degli Stati Uniti” spiega il direttore Mario Pignatiello che è anche uno dei due fondatori (l’altro è Piero Alligo) di questa casa editrice nata nel 1987. “Nell’ultimo anno complice, la crisi sanitaria e quel clima di incertezza che si respira ovunque, i tarocchi sono stati molto richiesti probabilmente le persone cercano nelle carte un conforto o una lettura per capirsi nel profondo oppure le collezionano perché raccontano storie o perché sono pezzi artistici con prezzi alla portata di più o meno tutte le tasche”.
Naturalmente c’è anche chi cerca nei tarocchi uno spiraglio quando si fa troppo buio intorno o chi pescando dal mazzo prova a decifrare un destino: i tarocchi che vanno per la maggiore sono i classici, i Marsigliesi (ricchi di riferimenti alchemici, quelli che hanno ispirato a Italo Calvino “Il castello dei destini incrociati”) e i Rider Waite. “Per i prodotti particolari negli ultimi anni abbiamo iniziato a utilizzare la piattaforma Kickstarter, un crowdfunding indipendente dove lo scorso anno abbiamo raccolto 78mila euro e quest’anno già 98mila” spiega Arianna Serra sempre dello Scarabeo. Nasce dai tarocchi e dalla stessa piattaforma di crowdfunding anche un’altra generazione di carte che pure registra indici in forte crescita, sono quelle della creatività (Intuiti), quelle che aiutano nello storytelling (Fabula) e quelli del public speaking (Cicero) che ci assistono nel creare delle presentazioni o nella costruzione dei discorsi quando si parla in pubblico. Le ha realizzate Matteo Di Pascale, 33 anni, designer alessandrino, “creativo multidisciplinare” che due anni fa ha dato vita a una casa editrice, la Sefirot, assieme al socio Andrea Binasco, che produce e distribuisce senza intermediari queste carte nate da un crowdfunding: “Sono strumenti che creano una community. Intuìti per esempio, riprende gli archetipi dei tarocchi in una maniera laica e cerca di stimolare un dialogo interiore sul tema della creatività”.Original Article
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