AGI – La Guida suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei "è gravemente malato" e ha "trasferito i poteri al figlio" Mojtaba Khamenei. E' la notizia che nelle ultime ore ha trovato spazio sui social, lanciata in particolare dal giornalista iraniano Momahad Ahwaze che in passato ha dimostrato di avere una certa credibilità. Ed è stata ripresa, tra gli altri, da Newsweek. Che Khamenei, ormai 81enne, non stesse in ottima forma fisica era cosa nota: soffre di un tumore alla prostata per cui era stato operato già nel 2014. Pare che le sue condizioni si siano particolarmente aggravate nella notte. Secondo quanto scrive Ahwaze, venerdì è saltato all'ultimo il suo incontro in programma con il presidente Hassan Rohani appunto per motivi di salute.
Nessuna conferma o smentita
L'ufficialità, ovviamente, non può ancora arrivare (al momento non ci sono nemmeno le smentite) anche perché l'Iran sta vivendo un periodo di profonda crisi, economica, sociale e politica.
Khamenei, Guida suprema da 31 anni dopo essere stato per 8 il presidente del Paese, è stato l'erede di Ruhollah Khomeyni, fondatore dell'attuale regime teocratico iraniano, me non ha avuto lo stesso carisma per poterlo sostituire appieno. E il 2020 non è stato il suo anno migliore: si è aperto con l'assassinio del suo fedelissimo, il generale Qassem Soleimani (che gli permetteva di avere pieno controllo sulle milizie e poter agire spesso senza passare dall'Assemblea degli Esperti), e si sta chiudendo (forse) con l'uccisione del super scienziato nucleare, Mohsen Fakhrizadeh. In mezzo ci sono la tragica reazione iraniana all'assassinio di Soleimani, con l'abbattimento dell'aereo civile dell'Ucranian Airlines (176 vittime, per la maggior parte iraniani), la pandemia di Covid-19 (oltre 50 mila morti), l'inasprimento delle sanzioni americane con un conseguente crollo economico e tanto malcontento popolare che ha portato a proteste spesso represse con la forza.
Una Guida spirituale sotto tiro
Si sono quindi moltiplicate le critiche a Khamenei per non essersi dimostrato abbastanza fermo nel rispondere agli attacchi: i sabotaggi nello Stretto di Hormuz (spesso a danno di sauditi ed emirati) non hanno dato i frutti sperati, specie dopo l'intervento delle flotte americana e britannica a protezione del passaggio. E l'amministrazione Trump è riuscita nell'operazione di isolare ancora di più la Repubblica islamica nella regione facendo leva proprio sui rapporti con Riad e Abu Dhabi. Gli accordi di Abramo stretti tra Emirati e Israele, a cui si sono uniti Bahrein e Sudan, sono stati un ulteriore schiaffo. E, secondo quanto emerso nelle ultime ore, Teheran rischia di perdere anche l'appoggio del Qatar che sembra riavvicinarsi all'Arabia Saudita dopo tre anni di separazione.
E se l'ultimo provvedimento di Ali Khamenei da Guida suprema dovesse essere quello di passare il comando al figlio potrebbe fare franare tutto il regime e far saltare il Paese. Anche perché non è un passaggio immediato né, tanto meno, dinastico.
Secondo l'articolo 111 della Costituzione iraniana, il successore del leader supremo deve essere scelto dall'Assemblea degli Esperti, che attualmente è composta da 88 ayatollah. Nel frattempo, il Paese sarebbe amministrato da un Consiglio di Guida provvisorio, composto dal presidente dell'Iran, dal capo della Giustizia e da un membro del Consiglio dei Tutori.
Inoltre ci sono dubbi sulla figura del figlio Mojtaba. Il 51enne manca dello status teologico per sedersi sullo scranno ambito. E, parlando sempre di carisma, nel Paese è noto – oltre che per il suo ingente patrimonio finanziario – per il suo ruolo di capo della milizia Basij, specializzata nel reprimere le proteste e accusata di essere responsabile della morte di centinaia di manifestanti.
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