TEHERAN – Due fonti giornalistiche iraniane molto informate hanno smentito a Repubblica le voci che la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, starebbe male e avrebbe passato i poteri al figlio. “Il nostro leader sta bene, non ha avuto nessuna necessità di passare i poteri al figlio”, dicono. “Sono fake news per destabilizzare il nostro sistema politico”.
La notizia è stata diffusa su Twitter dal giornalista iraniano espatriato Mohammad Ahwaze, che altre volte ha anticipato notizie come il diffondersi della pandemia in giorni in cui il governo non forniva dati ufficiali. Ahwaze ha anche scritto che i poteri sarebbero stati trasferiti al figlio di Khamenei, Mojtaba.
Il passaggio di poteri a Mojtaba è un’opzione di cui si è parlato molte volte in passato, ma un trasferimento di poteri di padre in figlio nel sistema iraniano è impossibile senza il consenso dell’Assemblea degli Esperti. L’Assemblea è l’organismo di 88 membri designati proprio per eleggere la Guida suprema e in teoria per controllarla (eventualmente rimuovendola dal suo incarico). Tra l'altro un passaggio di poteri di padre in figlio avrebbe sicuramente provocato reazioni o perlomeno annunci pubblici in Iran che al momento non ci sono.
In ogni caso secondo la versione di Ahwaze, Khamenei, 81 anni, avrebbe annullato un incontro con il presidente Hassan Rouhani lo scorso 4 dicembre a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il leader politico e religioso aveva già mostrato un deterioramento delle condizioni di salute in passato e sarebbe affetto da un cancro alla prostata. Ma due fonti giornalistiche molto informate hanno smentito a Repubblica sia la circostanza della malattia che quella del passaggio di poteri.
L'incognita sulla successione
Negli ultimi sei anni, da quando il leader ha subito un intervento chirurgico alla prostata, ci sono state numerose speculazioni su chi potrebbe succedere all'ayatollah 81enne se morisse o si ammalasse tanto gravemente da non poter governare. Il figlio Mojtaba è sicuramente uno tra i candidati, e in questi anni ha visto accrescere il suo potere, soprattutto tra i Guardiani della rivoluzione, i Pasdaran, che rappresentano la spina dorsale della sicurezza iraniana e anche dell'economia, gestendo le aziende chiave dei settori strategici: petrolio, industria pesante e della difesa.
Tuttavia, è improbabile che una figura come Mojtaba Khamenei venga realmente favorito dall'Assemblea degli Esperti del paese, dominata da ayatollah con competenze religiose. Secondo la costituzione iraniana, gli ayatollah scelgono il successore e Khamenei non è un sovrano che può semplicemente trasferire il ruolo a suo figlio.
In questa fase il capo della magistratura iraniana, Ebrahim Raisi, sarebbe probabilmente il favorito dei leader religiosi. Nell'agosto 2019 c’è stato un picco nelle speculazioni su Raisi che emergeva come il principale candidato a succedere a Khamenei. Come Mojtaba, Raisi fa parte dell'élite ultra conservatrice e negli ultimi anni ha cercato di migliorare la sua immagine agli occhi dell'opinione pubblica avviando alcune riforme del sistema giudiziario.
Tra l’altro la candidatura di Raisi sarebbe sostenuta dallo stesso Khamenei che lo ha appoggiato nella nomina a capo della magistratura e anche alla presidenza della Fondazione Astan Quds Razavi e del Santuario Imam Reza nella città di Mashhad. Un altro possibile nome per un eventuale successione come nuovo leader è quello del predecessore di Raisi alla guida della magistratura, Sadeq Larijani.Original Article
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