BERLINO – Elezioni legislative oggi in Romania, il più grande e importante Paese del sudest europeo membro dell'Alleanza atlantica e dell'Unione europea, sul triplice sfondo della catastrofe Covid, della corruzione e dello scontro tra europeisti e sovranisti. Con una peculiarità: a Bucarest le parti sono rovesciate. Nel senso che gli europeisti sono i conservatori al governo con Ludovic Orban e appoggiati dall'autorevole, stimato capo dello Stato Klaus Iohannis, "mister mani pulite”, e sono leggermente favoriti in ogni sondaggio. Mentre i sovranisti, nemici delle "ingerenze” dell'Unione europea, spesso fautori di una politica autocratica e di abolizione della separazione dei poteri e dei checks and balance valori costitutivi del mondo libero, sono i socialisti, noti anche per la corruzione dei loro anni al governo: il loro leader storico Liviu Dragnea siede in carcere per diverse condanne per malversazione e frodi elettorali.
I seggi sono stati aperti alle 7 locali (le 6 in Italia ed Europa centrale) e chiuderanno alle 21 locali (le 20 da noi). Solo dopo, non è chiaro con quale velocità, verranno diffusi exit polls e primi dati.
La partita romena – a prescindere dal considerevole peso economico, geopolitico e militare del Paese – è dunque importante anche per tutti i paesi dell'Unione, tanto più mentre Polonia e Ungheria sovraniste sfidano la Commissione europea col loro veto al bilancio Ue e allo European recovery fund anti-Covid, veto posto per contestare il legame voluto dalla Commissione tra aiuti e rispetto dei valori dello Stato di diritto, calpestato ogni giorno a Budapest e a Varsavia. Non a caso Bucarest è furibonda con Polonia e Ungheria: il ritardo nel recovery fund anti-Covid ha gravissime conseguenze in Romania nell'evoluzione della pandemia e nell'aumento delle vittime.
Pur essendo a norma della Costituzione al di sopra delle parti, il capo dello Stato Klaus Iohannis è intervenuto a modo suo, con linguaggio corretto, nel dibattito elettorale, esortando a votare per un Parlamento migliore e per valori europei. I socialisti lo hanno accusato di interferenza illegittima. Il presidente, il premier Ludovic Orban e tutti gli europeisti temono che la bassa partecipazione alle elezioni prevista da ogni sondaggio e la diffusa esasperazione dell'opinione pubblica per il catastrofico bilancio del coronavirus possano favorire formazioni di estrema destra.
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