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Il poliziotto al pusher: “Se volevo fare il cattivo, ti toglievo il figlio. Datti da fare, mi serve un arresto”

"Mi serve un lavoro buono ma subito, non devi aspettare". "Ma come faccio Roby, come faccio? Domani inizia il Ramadan.. " . " Cento grammi, cento grammi di cocaina..". "Ma come faccio? " . " Un chilo di hashish.. " . È una trattativa frenetica quella tra il sostituto commissario Roberto De Simone e Elmedhi Touzi, l'uomo che ha costretto a diventare suo confidente per fare arresti facili che lo mettano in mostra. Le sue giustificazioni "non spaccio più" e "in questo periodo di roba ce n'è poca a causa del virus" non servono a nulla. "O tu o un altro " è la minaccia chiara che gli viene fatta. Uno spirito di servizio " erroneamente interpretato " sintetizza il gip.
Le regole sembrano non esistere, al commissariato Dora Vanchiglia, di fronte all'obiettivo di acciuffare più spacciatori possibile. Ed è così che vengono commessi i reati che il pm Gianfranco Colace contesta agli agenti ora sospesi dal servizio: si arriva a sequestrare per un'ora il marocchino in una camera di sicurezza, solo per spaventarlo: se non fa i nomi di altri pusher sarà lui a finire in galera. Si minaccia di togliere il bambino alla sua fidanzata, gli si cede droga, si stilano verbali falsi o non si redigono affatto, e si confezionano operazioni ad hoc, facendogli assumere un ruolo di "agente provocatore", per istigare un altro spacciatore a vendere più droga per poterlo arrestare e far più bella figura.
Fare numero. Perché, come scrive il gip Ersilia Palmieri nella misura: "La strada privilegiata è stata confezionare ad hoc operazioni per ottenere un risultato più facile ed immediato anziché approfondire le indagini e verificare l'ampiezza del fenomeno ( che avrebbe comportato un impegno di lungo termine e non un " lavoro buono da fare subito") " . Un comportamento in parte avallato dalla dirigente del commissariato, il vice questore aggiunto Alice Rolando, che " informata al telefono delle modalità con cui le operazioni sarebbero state compiute, non si è discostata, ritenendo più importante il risultato che gli strumenti utilizzati".

Ma è intorno alla figura di De Simone che ruota l'indagine. Dopo aver "agganciato" Touzi, diventa insistente, lo chiama 3 o 4 volte a settimana. " Io sto bravo.. ti lascio stare e non ti rompo i coglioni.. però voglio sapere qualcosa" gli dice il 23 aprile. A casa del marocchino sono stati trovati 8 grammi di coca, ma la perquisizione non viene documentata. "Se volevo fare il cattivo, .. quando siamo andati a casa tua, la tua ragazza aveva 1800 euro in borsa, se volevo sequestravo tutto.. e le toglievo anche il bambino, hai capito? " lo minaccia. Touzi ha paura, teme di essere bruciato. Qualcuno ha saputo di quel controllo a casa sua. Il poliziotto lo rassicura di non essere stato lui a far trapelare la notizia: "anche perché ti ho lasciato pure andare, quindi rischio anche io " gli dice.

Il pm Gianfranco Colace

L'occasione "buona" arriva a maggio. A Castiglione vive un ragazzo di buona famiglia che spaccia. De Simone ha mandato Touzi a comprare della droga da lui e gli ha dato appuntamento per il giorno successivo per un quantitativo maggiore. L'agente, l'11 maggio chiama la dirigente per informarla: " Sono rimasto in macchina, è sceso il confidente, ed è sceso il venditore, gli ha chiesto 150 grammi ma lui ne aveva solo 25. Quanto è scemo: è andato a prenderlo in casa. E' uno fighetto, con pantaloncini e maglietta firmati. Vive in una bella palazzina". E le spiega del " gancio" per il giorno dopo. Rolando si stupisce che sia un italiano a vendere a un marocchino, teme per il confidente: " non si preoccupi lo facciamo scappare, questi sono ragazzini, fosse un calabrese, un albanese, non l'avrebbe fatta una cosa del genere " . E spiega: " È gente che sta bene e in galera non ci vuole andare, quindi se la canterà alla grande " . La prospettiva è alta e l'agente chiama Touzi per ringraziarlo: " poi ti faccio un bel regalo dai..". L'operazione scatta: Touzi fa il finto acquirente. L'appuntamento è in piazza Sofia. Seguiranno tre arresti, giustificati con verbali falsi che recitano come gli agenti "abbiano notato al capolinea del tram 18 due individui confabulare in modo sospetto " durante un semplice "servizio straordinario di controllo del territorio".
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