AGI – Sono in notevole ascesa sui mercati mondiali le quotazioni dei metalli industriali come rame e nichel: segno, questo, che testimonia quanto gli investitori credano nei vaccini contro il coronavirus e nei programmi di stimolo. Vale a dire, i prossimi mesi vedranno un boom dell'attività manifatturiera come traino della ripresa economica globale. Questa la conclusione cui arriva un'analisi del Wall Street Journal. Ci sono insomma tutti gli elementi per pensare che, a favore delle materie prime, stia per scatenarsi una vera e propria "tempesta perfetta" che farà lievitare ancora di più le loro quotazioni.
Nel dettaglio, i prezzi del rame sono saliti ai massimi da quasi otto anni mentre il ferro, principale elemento dell'acciaio, è uno degli asset più performanti nel 2020. Altre materie prime, come l'alluminio e lo zinco, hanno guadagnato circa il 15% dalla fine di settembre e il 40% o più da metà maggio. E sono in salita anche le quotazioni dei produttori di metalli.
I metalli industriali sono elementi-chiave dell'industria, perché sono fondamentali per realizzare qualsiasi cosa, dalle case alle auto elettriche. I loro prezzi sono particolarmente sensibili all'andamento dell'attività manifatturiera in Cina perché il paese rappresenta circa la metà della domanda globale di rame e altri materiali. Già recentemente, la ripresa più rapida del previsto aveva innescato un'inversione di tendenza dei prezzi, che negli ultimi anni avevano invece languito a causa delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina, prima ancora che la domanda ricevesse la battuta d'arresto a causa della pandemia.
Il rialzo delle quotazioni dei metalli industriali rispecchia peraltro il recente rally dei mercati, che ha spinto i principali indici azionari ai massimi storici.
I passi avanti fatti sulla strada del vaccino e il processo di transizione che porterà alla Casa Bianca il 20 gennaio Joe Biden hanno fatto tirare più che un sospiro di sollievo a Wall Street, facendo aumentare le speranze che le misure di stimolo economico alimentino ulteriormente i prezzi degli asset. Con le azioni ai record e i rendimenti obbligazionari ancora vicini ai minimi storici, le preferenze degli investitori sono quindi rivolte alle materie prime.
In pratica, "tutto quello che abbiamo ora è una massiccia dose di denaro che verrà pompata nell'economia", ha sintetizzato Darius Tabatabai, un gestore di portafoglio della società di trading di metalli Arion Investment Management. Nei prossimi giorni, l'attenzione sarà rivolta quindi alle richieste di disoccupazione negli Stati Uniti e all'inflazione a novembre. I dati macroeconomici, insomma, sono gli osservati speciali: ad esempio, la recente accelerazione dell'attività manifatturiera negli Stati Uniti e in Cina testimoniata dagli ultimi dati, rileva il Wsj, ha rappresentato una manna per i produttori di metalli. Appare infatti chiaro che sarà l'industria manifatturiera il comparto che guiderà il Pianeta fuori dalla recessione, superando così i settori dei servizi come i viaggi e il tempo libero, ancora in difficoltà per le restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus.
Secondo Goldman Sachs, le importazioni nette di rame raffinato in Cina (seconda economia mondiale) sono sulla buona strada per raggiungere il record di 4,4 milioni di tonnellate quest'anno. Alcuni analisti prevedono invece che i prezzi del rame alla fine saliranno fino a circa il loro record del 2011, e gli investitori scommettono che la distribuzione del vaccino contribuirà a questo aumento.
Ma la domanda di metalli riguarda non solo la Cina: Candice Bangsund, gestore di portafoglio di Fiera Capital, è convinto che la luce alla fine del tunnel è vicina anche per il mondo occidentale. "Le vendite di metalli – sottolinea – si stanno riprendendo negli Stati Uniti e in Europa, stimolate dagli acquisti di beni come biciclette e condizionatori d'aria".
Va considerato poi che a contribuire al boom delle materie prime, c'è anche la convinzione di alcuni investitori secondo cui vi saranno interruzioni dell'offerta e questo spingerà al rialzo le quotazioni. Questo perché le miniere in nazioni produttrici come il Perù hanno chiuso per molti mesi a causa della pandemia e degli scioperi dei lavoratori.
E la mancanza di investimenti in nuovi progetti minerari da quando i prezzi dei metalli sono crollati nel 2014 e nel 2015 potrebbe contribuire ad un netto indebolimento dell'offerta. Infine, last but not least, secondo i grandi produttori i prezzi dei metalli riceveranno sicuramente un'ulteriore spinta dallo sviluppo delle energie rinnovabili. I progetti che coinvolgono la green economy, alle stazioni di ricarica delle auto elettriche alle turbine eoliche, per essere realizzati infatti, necessitano di grandi quantità di rame e altri metalli.
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