Il regalo di Natale di Folco Terzani è una “pozione magica” — così la chiama lui — che chiunque potrà sperimentare gratuitamente sul web. Sono le riflessioni di cui suo padre Tiziano gli fece dono durante quel lungo colloquio di congedo avvenuto tra i monti dell’Orsigna sull’Appennino pistoiese che, dopo la sua morte, Folco trasformò in un libro intitolato "La fine è il mio inizio" pubblicato da Longanesi nel 2006. Da domani una sintesi di quelle memorie, “Redux”, arricchita da quasi cento foto in gran parte inedite e rielaborate a colori da Folco, si potrà leggere gratuitamente sul sito vicinolontano.it del Premio Terzani.
Come ha fatto a convincere una casa editrice a trasferire online a costo zero un’opera che vende ancora molte copie in libreria?
"In effetti questo può sembrare un gesto dal sapore anarchico ma Longanesi, con grande sensibilità, ha compreso che la consultazione gratuita del testo avrebbe potuto avvicinare allo spirito di Terzani un pubblico ancora più vasto, quello dei giovani e giovanissimi a cui mio padre desiderava parlare e che magari non lo conoscono. Sono loro, 'la generazione Greta', i ragazzi che voleva raggiungere, i costruttori del futuro che molto più di noi hanno a cuore la difesa dell’ambiente e più di noi sono capaci di assorbire la carica vitale e l’energia positiva che nell’ultima fase della sua vita mio padre emanava. Dopo aver attraversato mondi e situazioni diverse in un viaggio straordinario e pieno di emozioni, in questa casa toscana dove sto attualmente vivendo con la mia famiglia lui raggiunse una dimensione spirituale di completo distacco dalle cose materiali, vincendo persino la paura della morte. Oggi questo messaggio mi sembra più importante ancora, proprio perché siamo costretti all’immobilità e alla riflessione".
Un canto laico che parli ai giovani, così definisce le 175 pagine estratte dal libro. Che racconta che cosa a chi vive questa pandemia?
"Sono convinto che questa sia un’occasione unica, mai era accaduto nella storia dell’umanità che tutto il mondo provasse contemporaneamente la stessa cosa. La mia generazione ha vissuto grandi choc collettivi come l’11 settembre ma in quel caso vedevamo tutti la stessa cosa che accadeva ad altri, eravamo spettatori globali, non protagonisti. Stavolta è completamente diverso: gli esseri umani — esclusivamente loro, perché né la natura né gli animali sono toccati dalla pandemia — vengono accomunati da una identica condizione di paura, impotenza, immobilità. Penso che una circostanza simile debba essere sfruttata nel senso migliore. Deve dare frutti".
Rispetto al libro originale che cosa è stato tagliato?
"Le parti storiche, il racconto della guerra in Vietnam per esempio. Ho estratto le riflessioni che potessero comunicare con lettori giovani, parlare il loro stesso linguaggio, scuotere le coscienze. La mia speranza è che l’e-book metta in moto una sorta di catena di scambi e di pensieri, creando una meditazione positiva, dinamica, vitale. Perché mio padre comunicava un grande ottimismo nel futuro e quello che oggi stiamo sperimentando è esattamente ciò di cui lui parlava. Abbiamo l’occasione di cambiare, anzi qualcosa dentro di noi forse è già cambiato. Niente quanto la paura della morte ci spinge a prendere coscienza della nostra impermanenza e io, chiuso in casa come tutti, mi sono chiesto che cosa avesse senso fare in questa forzata clausura. Invece di pensare solo a scappare dalla cella del monastero, mi sono detto, proviamo a affrontare ciò che abbiamo di fronte".
In che modo?
"Ho cercato le risposte prima in "Guerra e pace" e poi nell’Antico testamento, che è il racconto di infinite pandemie che si abbattono sul genere umano e che sono interpretate come punizioni divine. Oggi diremmo che questo è il bilancio della natura, la conseguenza dei nostri errori, di comportamenti sbagliati, di una presunzione di superiorità che si rivela fallace. La storia della Bibbia è stata tramandata per millenni e credere oggi che il virus sia solo “colpa” dei cinesi significa ignorare il messaggio che la pandemia ci ha rivelato. E cioè che noi siamo piccoli e non siamo sempre noi i registi della storia".
Suo padre cercava di disegnare attraverso il racconto di una vita avventurosa una “mappa” per orientarsi nel labirinto dell’esistenza. Capiranno il suo insegnamento i ragazzi che sono così tanto lontani dalla morte?
"I giovani sanno rispettare le forze della natura, sono coerenti. Ammiro profondamente quello che fa Greta, perché lei mette davvero in pratica ciò che dice".
Il messaggio di Terzani è profetico insomma?
"Dopo esser passato dall’idealismo della politica e le considerazioni sull’economia mio padre da vecchio arriva a vedere le cose in modo sereno e distaccato. Ed è lì, in quel passaggio, che 'incontra' la generazione Greta, in quella sorta di spiritualità laica che per me è il suo lascito più importante, un modo di parlare dei temi fondamentali della vita e della morte senza riferirsi a nessuna religione, raggiungendo l’armonia degli opposti in cui la fine dell’esistenza fa parte di un meccanismo più grande. Serenità e saggezza, questa la sua eredità".
Il segreto dunque è vivere questo tempo sospeso senza agitazione e senza ansia?
"E con generosità, aggiungo. Ci sono molte persone che in questo periodo danno tanto agli altri, io ho voluto regalare le idee di mio padre, convinto che possano essere una medicina che toglie la febbre dall’anima. Negli ospedali medici e infermieri sono di aiuto ai malati, io posso solo regalare la cosa più preziosa che possiedo, quel colloquio da cui è stato tratto un film e che in libreria ha ancora fortuna. Una confessione che racconta la gioia di una bella vita affrontata con coraggio, un libro in cui con parole semplici si esprimono concetti altissimi. Un regalo, appunto. Lo è stato per me, spero lo sia per tutti".
Dopo la pandemia il mondo tornerà come prima?
"Non credo. Ho fiducia nei ragazzi, loro sapranno trasformare in realtà i sogni di Tiziano. Speriamo che la magia funzioni".
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