ROMA – Una rivoluzione già dai numeri: a gennaio i lavoratori pubblici in smart working della Pubblica Amministrazione erano appena l’1,7% ma successivamente l’esplosione della pandemia ha portato a maggio a percentuali superiori all’87% per le amministrazioni central. I dati emergono dal monitoraggio sul lavoro agile condotto dal Formez e pubblicato dal ministero della Pubblica Amministrazione Il lavoro agile ha riguardato l’86% delle amministrazioni interpellate, dal 94% al 100% se si considerano solo gli enti sopra i 10 addetti.
Ma al di là delle quote di lavoratori in smart working, che comunque si sono già ridotte intorno al 50%, per passare a una media del 60% a partire dal prossimo anno, il valore dell'esperienza forzata di questi mesi sta nei progressi conquistati in tempi rapidissimi a causa dell'emergenza: circa il 70% delle amministrazioni dichiara che il principale vantaggio derivante dall’adozione del lavoro agile è l’aumento nelle competenze digitali dei dipendenti, l’87% delle amministrazioni ha la firma digitale per tutti i dirigenti, l’83% dichiara di avere banche dati condivisibili e accessibili. E infine il 60% ha digitalizzato i procedimenti amministrativi e il 43% eroga servizi on line.
Una rivoluzione accelerata: l'uso degli open data si sta facendo faticosamente strada, arrivando a una media del 15%. E sono ancora relativamente poche le amministrazioni che dichiarano di avere l'interoperabilità dei sistemi informativi, anche di altre amministrazioni: solo il comparto Università e Ricerca supera il 50%.
Inizialmente le donne in lavoro da remoto erano in maggioranza: a maggio, le dipendenti donne attive da remoto hanno raggiunto il 66,3% contro il 60,3% degli uomini. Ma a settembre il gap è diminuito: 47,6% contro 44,4%. In media, 48% contro 44%.
Tra i vantaggi, una buona parte dei rispondenti, quasi il 48%, ritiene che, grazie al lavoro agile, i dipendenti siano stati maggiormente responsabilizzati e orientati ai risultati. Con riferimento alla produttività i giudizi sono più controversi: per circa il 15% dei rispondenti è aumentata, mentre per circa l’11% è diminuita. Riguardo all’erogazione dei servizi all’utenza, circa il 20% dei rispondenti dichiara che sia peggiorata.
Nel complesso il 91% dei dipendenti si dichiara soddisfatto della nuova modalità di lavoro, e circa il 54% ritiene che la Pa abbia realizzato risparmi consistenti: tra le voci principali vengono indicati la carta, le utenze e i buoni pasto, non riconosciuti ai lavoratori da remoto dal 95% delle amministrazioni.
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