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Coronavirus in Lombardia, Fontana: “Governo usa il virus per impedire autonomia. Non chiedevo autorizzazione per gare ai pm”

Il governo sta usando la pandemia per tentare di bloccare l'autonomia regionale. E' l'accusa rivolta dal presidente della Lombardia Attilio Fontana, intervenuto questa mattina a Radio Padania. "Io sono assolutamente convinto che questo governo abbia intenzione di modificare completamente l'impostazione che i cittadini avevano chiesto. Questo governo sta cercando di ritornare a un centralismo esasperato, di centralizzare tutte le competenze che oggi vengono gestite dalle Regioni. Non è un mistero, visto che ci sono più rappresentanti di governo che dicono che bisogna ricentralizzare la sanità e che la scelta fatta da Roma può essere migliore. E' evidente che stiamo assistendo a un tentativo di riportare indietro le lancette dell'orologio, di bloccare tutti i passi in avanti che avevamo fatto per arrivare all'autonomia", ha detto Fontana.
Un attacco diretto, nel pieno delle polemiche con Roma sul nuovo Dpcm. "Loro erano arrivati alla resa dei conti, perché se non ci fosse stato il virus avrebbero dovuto ormai dare delle risposte. Tutti i governatori pressavano tantissimo perché venisse data una risposta alle tante richieste che stavamo avanzando sull'autonomia. E loro cercavano di traccheggiare. Il virus è stata l'occasione che hanno colto da un lato per mettere il discorso in secondo piano, dall'altro per scaricare sule Regioni delle responsabilità che delle Regioni non sono, per cercare di dimostrare come è colpa delle Regioni quello che è successo". E ancora un attacco: "Teoricamente noi avremmo dovuto rimanere fermi e aspettare che facesse tutto lo Stato, ma se non avessimo assunto tante decisioni e tante responsabilità per il bene dei nostri cittadini, consentitemi di dire che sarebbe stato veramente un grosso problema per la gestione dell'epidemia. Se in Regione Lombardia non avessimo comprato noi le mascherine, dopo pochi giorni avremmo dovuto chiudere gli ospedali perché non ne avevamo piu'".

Coronavirus in Lombardia, Fontana su lettera ai pm: "Forse mal scritta o mal letta"

"Sono ben cosciente che i pm non impediscono nessun tipo di attività, non chiedevo alcun tipo di autorizzazione alla procura anche perché è illegittimo non è previsto dalle normative. Evidentemente la lettera è stata mal scritta o mal letta": il governatore della Lombardia Attilio Fontana prova a smorzare la polemica a distanza nata con la procura di Milano – e con il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli – dopo l'invio da parte dei suoi avvocati ai pm milanesi di una lettera riguardo alla possibile trattativa privata da parte della centrale di acquisto della Regione per i vaccini antinfluenzali. Lettera in cui i legali di Fontana avevano scritto che ""Il timore di intraprendere iniziative o decisioni suscettibili del vaglio di legittimità da parte della Magistratura – scrive Pensa – paralizza di fatto l'opera dei funzionari di Aria i quali si rifiutano di procedere all'acquisto a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l'autorizzazione della procura".

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Parole chiare, che hanno provocato una risposta dalla procura – "non abbiamo alcun ruolo nell'attività amministrativa" – e adesso la parziale marcia indietro di Fontana. Che, ad Agenda su Sky tg 24, spiega: "Evidentemente la lettera è stata mal scritta o mal letta", aggiungendo che si trattava di un modo per tranquillizzare i dipendenti di Aria. "Non chiedevo alcun tipo di autorizzazione alla Procura anche perché è illegittimo non è previsto dalle normative. Io sono convinto che avremmo potuto acquistare a trattativa perché personalmente sono stato nominato soggetto attuatore e ho trasferito questa mia possibilità alla società Aria – ha spiegato -. Quindi il mio era un tentativo di dimostrare ai dipendenti di Aria che si poteva svolgere questa vendita a trattativa privata al punto che io lo dicevo alla magistratura, per dimostrare che non c'era nulla di opaco". "Io ero convinto che si potesse fare. I miei dipendenti avevano dei dubbi e io ho detto lo comunichiamo alla magistratura" ha concluso.

Coronavirus in Lombardia, stop agli spostamenti per Natale. Fontana: "Norma senza senso"

Ma Fontana è tornato anche sullo scontro con il governo per il nuovo Dpcm. "Una norma che non ha minimante senso": così il presidente della Regione Lombardia ha parlato del divieto di mobilità tra Comuni il 25 dicembre introdotto dall'ultimo Dpcm. "Io credo che il giorno di Natale con questa norma si rischi di creare un disastro sociale e umano, perché ci saranno tante persone anziane che non potranno incontrare i propri figli" ha detto Fontana a Radio Padania. "E' una situazione che ritengono veramente senza senso, così come ritengo senza senso che si stabilisca una data come termine ultimo per poter tornare alle proprie residenze. Quella sì che è una cosa che rischia di creare assembramenti e caos sui treni, nelle stazioni e negli aeroporti, l'esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno", ha aggiunto Fontana, in riferimento alla norma del decreto che vieta di spostarsi anche tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio.

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Per questo, ha aggiunto, conta sul fatto che sia il Parlamento a cambiare i divieti sugli spostamenti introdotti nell'ultimo decreto del governo per le festività "prima di Natale". "C'è una possibilità che io ho fatto presente al presidente del Consiglio, e cioè che tutte le forze politiche si impegnino a portare con la massima urgenza in Parlamento la conversione del decreto legge e in sede di conversione modifichino il decreto medesimo" ha detto Fontana a Radio Padania. "Visto che la conversione può essere fatta subito – ha specificato il governatore – se tutte le forze politiche decidono un percorso privilegiato, prima di Natale si potrebbe arrivare alla conversione e modificare le regole". "Non avremmo mai potuto accettare soluzioni di questo genere – questa volta a Sky tg 24 -: se i miei genitori abitano nel mio Comune posso andare a mangiare da loro – ha aggiunto – Se abitano a 500 metri ma in un altro Comune no. Mi si spieghi dal punto di vista sanitario la differenza".

Coronavirus in Lombardia, Fontana: "Riunioni tra governo e Regioni si facciano in streaming"

Le riunioni tra governo e Regioni avvengano in streaming. A lanciare la proposta è stato il presidente della Lombardia Attilio Fontana, commentando ai microfoni di Skytg24 lo stupore del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia per la reazione avuta dalle Regioni alle misure anti-Covid stabilite dal governo per il periodo natalizio. "La bozza del decreto è stata inviata alle 2 e mezza di notte, quando però il decreto-legge, che ha la validità di una legge, era stato già approvato, per cui tutta la discussione sulle chiusure regionali e comunali era superata, praticamente era finita, non poteva neanche iniziare. Al mattino alle 10 ci siamo ritrovati", ha riferito Fontana. "L'unica proposta che posso lanciare – ha aggiunto – è che d'ora in poi le riunioni tra Regioni e governo avvengano in streaming, così poi ognuno si può fare un'idea diretta di ciò che ci diciamo".

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Coronavirus in Lombardia, passo indietro dell'assessore Gallera? Fontana: "Ogni tempo per ogni problema"

"Ogni tempo per ogni problema". Così Fontana ha risposto alla domanda su un possibile 'passo indietrò dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. "Io mi sono sfilato da questo dibattito come da tutti quelli che non si riferiscono alla lotta contro il coronavirus" ha spiegato Fontana su Sky Agenda. "Io credo che in questo momento ci si debba concentrare su questa epidemia che ha ripreso corso e che sembra che si stia leggermente e lentamente spegnendo. Le cose importanti sono la salute dei cittadini, il rilancio dell'economia e la difesa delle tante categorie che si trovano in un momento di estrema difficoltà", ha concluso.
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