Parigi – «Affinché le isole britanniche possano veramente attraccare al continente serve ancora un cambiamento molto vasto e profondo». Era il 1963 e in un’affollata conferenza stampa il generale De Gaulle annunciava a sorpresa il veto contro l’adesione del Regno Unito alla Comunità economica europea (Cee). La storia potrebbe ripetersi. Il sottosegretario agli Affari europei, Clément Beaune, ha minacciato il veto della Francia se l’accordo per la Brexit non sarà «soddisfacente». Il governo di Parigi vuole tra l’altro difendere i suoi pescatori. Lo scontro marittimo non è neppure una novità, si era già verificato all’inizio del Novecento quando si negoziava “l’entente cordiale” tra i due Paesi affacciati sulla Manica.
Nell’ottovolante delle trattative per la Brexit la Francia ha avuto finora la posizione più dura. Emmanuel Macron teme che rendere troppo facile l’uscita dall’Ue sarebbe un pericoloso precedente per i sovranisti, a cominciare da Marine Le Pen. Anche il veto francese di De Gaulle nascondeva calcoli politici. Nonostante fosse stato accolto in esilio a Londra, dove aveva dato voce al progetto di una Francia libera, il Generale vedeva il Regno Unito come un cavallo di Troia degli Stati Uniti. De Gaulle non apprezzava che Londra avesse privilegiato l’alleato americano per gli sviluppi dell’arma atomica. «Nel 1968 gli inglesi regalarono alla Francia i segreti della bomba H» racconta l’esperto Jean Guisnel, autore de Le Président et la bombe. «Londra aveva fatto questo dono per superare l’opposizione francese all’ingresso nel Mercato Comune». Invano. De Gaulle continuò a fare muro e solo dopo il suo addio i negoziati furono rilanciati.
Enrico Franceschini
La rivalità tra la Francia e la “Perfida Albione” accompagna la storia della costruzione europea. Nel 1988 l’allora premier Jacques Chirac attaccò Margaret Thatcher durante un vertice, indignato dalla richiesta di uno sconto sul contributo britannico al bilancio comunitario. «Cos’altro vuole quella casalinga? Le mie palle su un piatto d’argento?», esclamò Chirac, senza accorgersi che il suo microfono era acceso. A Bruxelles il Regno Unito è spesso riuscito a frenare le ambizioni della Francia. «In Europa i francesi seguono classiche logiche di potere mentre i britannici praticano l’arte dell’influenza e spesso diventano più efficaci», racconta un diplomatico d’Oltralpe con un misto di ammirazione e invidia.
I frequenti scontri non hanno impedito di unire i due Paesi attraverso un cantiere immenso come quello del tunnel sotto alla Manica, inaugurato nel 1994. E con il trattato del Touquet, siglato nel 2003, la Francia si è impegnata nella sorveglianza della frontiera dove ancora oggi migliaia di migranti finiscono in un cul de sac. «La Gran Bretagna è il Paese più vicino alla Francia in termini di Storia e così si crea una naturale concorrenza» sottolinea l’analista Dominique Moïsi. «Siamo alleati stretti e siamo rivali — prosegue Moïsi — e proprio perché il Regno Unito sta lasciando l’Ue potremmo essere ancora più rivali. Ma il contesto internazionale ci costringe ad avvicinarci per resistere al terrorismo a causa del vuoto lasciato dagli Stati Uniti».
L’alleanza militare con Londra è una priorità per Macron che ha più volte sottolineato la condivisione di «interessi vitali». La missione francese in Mali riceve il supporto essenziale dagli elicotteri della Royal Air Force. I funzionari dell’intelligence francese sono di casa nel quartier generale dell’MI5. Dopo gli attacchi del Bataclan nel novembre 2015 gli ufficiali dell’intelligence britannica si sono precipitati a Parigi per partecipare alle indagini.
Parigi e Londra hanno un partenariato militare forte, all’interno degli accordi di Lancaster House siglati nel 2010. Il Regno Unito si appoggia a una base francese segreta vicino a Digione per le simulazioni di test nucleari. I due Paesi rappresentano più della metà della spesa per la Difesa in Europa, e sono gli unici a poter organizzare un rapido intervento in scenari di guerra come accadde nel 1995 in Bosnia. Nel 2011 organizzarono insieme la missione contro Gheddafi in Libia. La Brexit era già in corso quando Macron ha lanciato l’Iniziativa europea d’Intervento per migliorare l’operatività degli eserciti. Uno dei primi Paesi a cui ha proposto di partecipare è stato il Regno Unito. ©RIPRODUZIONE RISERVATAOriginal Article
ROMA – Frontale muscoloso da Suv, silhouette da station wagon e coda da crossover sportivo.…
AGI - Tesla riprende la produzione a Shanghai, sottoposta a un lockdown che ha innescato…
Scoperti da un talent scout d'eccezione come Fiorello, che li battezzò I Gemelli di Guidonia…
AGI - Il Programma MilleMiglia continua a garantire agli oltre 6 milioni di iscritti l'opportunità…
AGI - Radu Lupu, considerato come uno dei più grandi pianisti del mondo, è morto…
AGI - Non messaggini o telefonate minatorie o appostamenti sotto casa ma una continua aggressione…