Da domani fuori dalla zona rossa. Il governatore abruzzese, Marco Marsilio – esponente di Fdi, alla guida di una giunta di centrodestra – ha firmato l'ordinanza per il rientro della regione in zona arancione. Il provvedimento ha efficacia dal momento della sua pubblicazione, cioè già da domani. Una scelta che però diventa un caso politico. Con il governo contrario: "L'Abruzzo deve aspettare mercoledì".
Il ministro Speranza, si legge in una nota dello staff del presidente, "è stato informato prima dell'adozione del provvedimento". Marsilio ha "ritenuto di doversi assumere la responsabilità di evitare che un'applicazione letterale delle norme vigenti provocasse all'Abruzzo un trattamento sproporzionato e dannoso". I negozi riapriranno da domani, con la disciplina prevista per le zone arancioni. Le scuole a partire da mercoledì. Ma dal governo filtra la volontà di procedere con una lettera di messa in mora nei confronti della regione che doveva restare in zona rossa fino al 10 dicembre. E già da oggi era l'unica regione italiana rimasta nella fascia di maggior rischio. Una posizione condivisa dai ministri Boccia e Speranza.
Era stato lo stesso governatore abruzzese, con un'ordinanza adottata in modo autonomo, a decretare il passaggio della regione in zona rossa. Con la decisione di oggi, tutta l'Italia è ufficialmente fuori dalla zona rossa. Proprio nel giorno in cui è stata superata la soglia delle 60mila vittime.
Si allentano le maglie ma l'allerta, segnalata dallo stesso Comitato Tecnico Scientifico, sale più di prima. Ci apprestiamo ad entrare in una fase in cui "avremo il raddoppio della criticità, nei Pronto Soccorso arriveranno coloro che avranno l'influenza stagionale e coloro che avranno il Covid vero e proprio", avverte il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, chiarendo: "avremmo potuto imporre un lockdown assoluto, ma non possiamo permettercelo".
Coronavirus, il bollettino di oggi, 6 dicembre: 18.887 nuovi casi e 564 morti. Superate le 60mila vittime
a cura di
Agnese Ananasso e Giovanni Gagliardi
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