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A Natale arrivano i Bridgerton. E se la Londra dell’Ottocento fosse stata una società multietnica?

Prendete gli intrecci tra società alta e bassa alla Downton Abbey, gli intrighi sentimentali in stile Relazioni pericolose di Stephen Frears, ma soprattutto il modo di fare televisione libero e innovativo a cui ci ha abituato la sceneggiatrice e produttrice televisiva Shonda Rhimes (Grey's anatomy e Scandal) e avrete la nuova serie in costume Bridgerton, tratta dai romanzi bestseller di Julia Quinn, disponibile dal giorno di Natale su Netflix. Un dramma storico che più pop non si può tra abiti dai colori brillanti, sopra gli impossibili corsetti, con una colonna sonora che comprende anche brani di Rihanna e Ariana Grande.

'Bridgerton', la prima serie di Shonda Rhimes per Netflix è un dramma in costume molto contemporaneo

Prendete gli intrecci tra società alta e bassa alla 'Downton Abbey', gli intrighi sentimentali in stile 'Relazioni pericolose', ma soprattutto il modo di fare televisione libero e innovativo a cui ci ha abituato la sceneggiatrice e produttrice televisiva Shonda Rhimes ('Grey's anatomy' e 'Scandal') e avrete la nuova serie in costume 'Bridgerton', da Natale su Netflix. È il racconto di una stagione di balli e trame nella Londra del 1813 dove Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), la figlia maggiore di una potente famiglia fa il suo debutto nel competitivo mercato matrimoniale. Ad osservare, giudicare e soprattutto stigmatizzare la potente e misteriosissima Lady Whistledown che con il suo pamphlet scandalistico sconvolge la società fino alla capricciosa e scostante regina.

È il racconto di una stagione di balli, scandali, intrighi e tranelli nella Londra del 1813 dove Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), la figlia maggiore di una potente famiglia di otto figli, fa il suo debutto nel competitivo mercato matrimoniale. A osservare, giudicare e soprattutto stigmatizzare la potente e misteriosissima Lady Whistledown (nella versione originale ha la voce di Julie Andrews) che con un suo pamphlet scandalistico sconvolge la società. Così misteriosa che la scoperta della sua identità ossessiona e intriga la regina dell'epoca, la moglie di Giorgio III, Carlotta di Meclemburgo-Strelitz (Golda Rosheuvel), emigrata a Londra dalla Guyana francese all'età di 5 anni insieme alla sua famiglia.
In un collegamento zoom da Londra abbiamo intervistato il regista e showrunner Chris Van Dusen, da anni a fianco di Shonda Rhimes nelle sue produzioni.

'Bridgerton', la nuova serie di Shonda Rhimes tra 'Downton Abbey' e 'Le relazioni pericolose'

Cosa l'ha attratta di questa serie?
"Conteneva tutti gli elementi che amo di una storia: emozioni, momenti divertenti, intrigo e avventura. E più di ogni altra cosa era un mondo che permetteva una via di fuga per lo spettatore e mai come ora abbiamo bisogno di vie di fuga ed è quello che cerca il pubblico oggi".
Questo è il primo progetto di Shondaland per Netflix. Lei ha lavorato con Shonda Rhimes in Grey's anatomy e Scandal, secondo lei qual è la cifra che rende la televisione di Rhimes diversa da tutto il resto?
"Avendo lavorando in Shondaland da così tanto tempo so che quello che conta più di ogni altra cosa sono i personaggi, personaggi che saltano fuori dalla pagina. In questo caso saltavano fuori dai libri e volevamo che mantenessero la stessa caratteristica nella serie: intelligenti, divertenti, tormentati. Persone che intraprendono un viaggio per capire chi sono e soprattutto chi vogliono diventare, inoltre la serie è contemporaneamente molto sexy e molto romantica, una dimensione che secondo me è proprio tipica dell'universo Shondaland".

Il regista Chris Van Dusen con la protagonista Phoebe Dynevor sul set

La serie è storicamente molto precisa ma vi siete anche presi delle libertà. Quanto c'è di vero nell'idea della regina Charlotte, moglie di re George III, di origini miste?
"Realizzando Bridgerton volevamo riflettere il mondo contemporaneo, anche se la nostra storia è ambientata nel diciannovesimo secolo era molto importante per noi che il pubblico di oggi ci si potesse riconoscere. Ho lavorato con Shonda a lungo e so che il nostro scopo è scegliere l'attore migliore per ogni ruolo. Per questo ci siamo presi delle libertà creative, non avevamo intenzione di fare una lezione di storia, la serie sposa bene la storia con l'elemento di fantasia. Per quel che riguarda l'identità etnica dei personaggi noi abbiamo preso questa teoria della regina Charlotte come la prima regina di origini miste della storia, che ha dei riscontri anche a livello storico, un'idea che mi ha colpito moltissimo e ci ha fatto domandare 'cosa sarebbe successo se grazie a lei altre persone di colore fossero state elevate in società con titoli, terre?'. Da queste domande è nato il personaggio del Duca di Hastings".
Rispetto ad altri esempi di serie in costume, 'Bridgerton' sceglie di mostrare l'intimità e il sesso in modo nuovo. A cosa vi siete ispirati?
"La principale ispirazione nel lavoro sono stati i libri di Julia Quinn, otto deliziosi romanzi dove sesso e sensualità facevano parte integrante della storia. Volevo che la serie non fosse troppo lontana dall'esperienza della lettura dei libri soprattutto a livello di emozioni: divertimento, sensualità… Il nostro approccio all'intimità è figlio di questa scelta, sul set abbiamo lavorato molto bene con un consulente di intimità che ci ha aiutato a coreografare le scene di esso proprio come si fa con le sequenze del cinema d'azione".
Le riprese della seconda stagione, già prevista, sono state fermate dalla crisi sociosanitaria
"In questo momento tutte le nostre attenzioni sono concentrate sulla prima stagione che come sapete è tutta dedicata alla figlia più grande dei Bridgerton, Daphne e il suo amore per Simon. Ma la serie è ispirata da otto libri perché otto sono i fratelli Bridgerton per cui se avremo successo non vedo l'ora di raccontare avventure e storie d'amore per ogni ragazzo e ragazza Bridgerton".Original Article

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