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Verginità maschile e l’ansia della prima volta

CI sono prime volte di corpo e prime volte di cuore. Tutte cullate da onde anomale emotive dall’intensità variabile. La prima volta più prima volta che ci sia è quella sessuale, al femminile e al maschile, caratterizzate da diversità e stereotipi di genere.
La prima viene considerata un dono, una prova d’amore, talvolta attesa e procrastinata; la seconda una performance da grande amatore, vissuta all’insegna della fretta e del malsano tentativo di togliersi il pensiero.
Il motivo è antropologico e culturale, nonché indissolubilmente legato all’anatomia dei genitali. La ragazzina che diventa adulta attraversa vari passaggi simbolici, visibili e condivisibili, che rappresentano dei veri e propri giri di boa dell’esistenza: il menarca, la deflorazione, la gravidanza, il parto. Il ragazzo che diventa adulto non attraversa passaggi così simbolici o marcatamente visibili, mentre la sua sessualità è altamente visibile. Un ragazzino, giovane uomo o uomo adulto, alle prime armi sessuali può essere rapito da un eccesso di emotività che può trasformarsi in ansia per diventare poi impaccio sessuale o deficit erettivo.
L’ansia da prestazione si impossessa di lui, trasformando l’intimità in un catastrofico atto amoroso.

Preservativo e sciagure sessuali

Un altro elemento spesso associato all’ansia da prima volta sessuale è la contraccezione. Il preservativo è considerato da sempre la causa scatenante di abbondanti quote di malessere sessuale, fonte di scarso ardore, motivo di ansia da prestazione. Incarna la concretizzazione di un rapporto difficile tra uomini e protezione.

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valeria randone*


I ragazzi associano la perdita improvvisa di erezione a causa della presumibile riduzione di sensibilità al preservativo. Danno le colpe a quella impercettibile frazione di tempo in cui l’uomo sposta l’attenzione dalla stimolazione reciproca all’atto (ansiogeno) di indossare il preservativo.
Viene soprannominato “l’intruso”, “la barriera”, “colui” per il quale bisogna temporeggiare e rendere zoppicante e incerto un atto d’amore spontaneo; così, viene spesso lasciato in panchina o messo al rogo per lasciare ampio spazio a gravidanze non desiderate e a malattie sessualmente trasmissibili.

La prima volta, l’ansia da prestazione, l’ansia da dimensione e la fantasia della escort

La scelta del momento in cui avere il primo rapporto sessuale, oggi, è più anticipata nel tempo; segue un obiettivo determinate, quello di togliersi il pensiero. Come se la verginità fosse una sorta di maledizione da cui liberarsi nel più breve tempo possibile, senza inciampi, intoppi o possibili ritardi.
I ritardatari amorosi si trovano a doversi confrontare con le loro paure, con il gruppo di pari, con il compagno di classe più navigato o il cugino grande amatore che ha già avuto tante avventure e che millanta notti afrodisiache e passionali.
Il desiderio, talvolta, lascia il posto all’ansia e alla paura, e si fa strada l’angoscia di non essere all’altezza della prima volta sessuale.

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valeria randone*


Il primo rapporto sessuale è un evento significativo che crea in tutti, giovani e talvolta meno giovani, ansia da prestazione, aspettative, ansia da dimensione e apprensione per il buon esito dell’intimità. Quando il ragazzo è timido, impacciato o non ha ricevuto i rudimenti di educazione affettiva e sessuale, sprofonda in una dimensione di solitudine, intrappolato nelle sue incertezze, senza avere a sua disposizione un interlocutore adeguato: un adulto di riferimento o un clinico.
La prima volta, talvolta, può diventare dispensatrice di inciampi sessuali come una vulnerabilità erettiva o qualche episodio di eiaculazione precoce.
I giovani amanti vivono nella paura di non essere all’altezza della situazione, del ruolo, della ragazza, di non avere un pene abbastanza grande, di fare brutta figura, di non avere un’erezione valida per il fatidico e faticoso primo rapporto sessuale, di non durare tanto quanto basta per soddisfare il partner.
La verginità maschile rappresenta un’onta, una macchia sul curriculum erotico, un ritardo inaccettabile e imperdonabile. Il primo rapporto e i successivi a seguire sanciscono il passaggio alla vita adulta, e conferiscono al giovane uomo un’identità sessuale certa.

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di

Valeria Randone


In passato, i padri erano soliti accompagnare i figli appena maggiorenni dalle professioniste del sesso per evitare di ritardare il transito alla vita erotica adulta e consegnare loro lo scettro dell’esperienza sessuale. La fantasia della escort, però, resiste alle epoche e abita parecchi immaginari maschili.
Molti ragazzi alle prime armi amorose, spaventati e incerti sul da farsi, pensano di utilizzare l’esperienza con una escort come apprendimento sessuale, una sorta di nave scuola, da poter poi traslare ad altri e successivi talami.
La escort, nell’immaginario del giovane ansioso, ricopre un ruolo quasi salvazionistico, viene percepite come un’esperta del saper fare sessuale, nonché un'esauribile fonte di apprendimento orizzontale.
I motivi per i quali un ragazzo diventa ritardatario in amore e procrastina la sua prima volta sono tanti, a vari livelli di gravità e profondità. Timidezza eccessiva, rapporto ambivalente con l’immagine corporea, introversione, tendenza all’isolamento associata a una scarsa rete amicale, sino a sfociare nella presenza di un nucleo fobico che tarpa le ali alla sessualità.
In questi casi, la verginità ad oltranza non è casuale, non è un enigma dell’inconscio, ma una scelta difensiva che protegge da paure più profonde. L’aspetto penetrativo diventa fortemente ansiogeno, fautore di panico, in quanto il mondo femminile evoca angoscia di castrazione e paura di annientamento.

Strategie anti-ansia

Ogni ragazzo ha una storia di vita, familiare ed emozionale a sé stante, non omologabile a quella di nessun altro. Nonostante ciò esistono dei semplici suggerimenti che, in assenza di traumi o di disagio psichico profondo, potrebbero accompagnare il giovane amante alla sua prima volta sessuale: ascoltarsi, non avere fretta, non seguire i tempi altrui ma i propri, non seguire le mode, utilizzare il preservativo, non informarsi e formarsi con la pornografia.
Non esiste un’età cronologica giusta, uguale per tutti, ma un’età soggettiva (ed emotiva) adeguata, frutto dell’intersecarsi della maturazione fisica, psichica e relazionale.
I primi rapporti sessuali scaldati dall’intimità e non dalla fretta e dalla dimensione prestazionale regalano una memoria corporea positiva che farà da palcoscenico al futuro amoroso e sessuale del giovane amante.
*Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica a Catania e Milano. www.valeriarandone.itOriginal Article

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