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Seppellì viva la fidanzata e vuole uscire dal carcere. Ira della famiglia: “È un killer”

"Non ha rubato una caramella, non ha rubato un'auto, non ha spacciato, ha ucciso. Non può uscire dal carcere, è un oltraggio alla memoria di Noemi". Sono le parole di Benedetta Durini, sorella di Noemi, la 16enne di Specchia che, il 3 settembre 2017, fu seppellita viva dal fidanzato 18enne Lucio Marzo. Il ragazzo, condannato per l'omicidio a 18 anni e 8 mesi di carcere, potrebbe godere del beneficio di lavorare fuori dal carcere una volta scontata un terzo della pena. L'indiscrezione, in realtà un'ipotesi ventilata dal difensore del giovane, ha mandato su tutte le furie la famiglia Durini che ora reclama nuovamente giustizia. "No ai benefici per il killer", scrive su Facebook Benedetta Durini.

Sono indignata, tutto questo è veramente assurdo, inconcepibile. Dopo quello che ha commesso, in un modo disumano e…

Pubblicato da Benedetta Durini su Mercoledì 2 dicembre 2020

"Sono indignata, tutto questo è veramente assurdo, inconcepibile. Dopo quello che ha commesso, in un modo disumano e crudele, nonostante abbia compiuto 18 anni due mesi dopo l'omicidio, è stato processato tramite procedimento minorile, perché durante il fatto era appunto minore". Non si dà pace Benedetta Durini e affida ai social la sua rabbia per quello che definisce "un ennesimo oltraggio alla memoria" della sorella. Noemi, poco più che 16enne, fu ritrovata sotto un cumulo di pietre nelle campagne di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. Il suo fidanzato, Lucio Marzo, la seppellì quando era ancora in vita salvo poi confessare il delitto soltanto dieci giorni dopo il misfatto, messo spalle al muro dagli investigatori. A quasi 4 anni dall'omicidio, il legale del giovane ha chiesto che al suo assistito sia concesso il beneficio di lavorare fuori dal carcere. Un'ipotesi da brividi per la famiglia Durini che non ha ancora maturato il dolore per la perdita prematura di Noemi.

"Il sistema giuridico nei confronti dei minori lo sappiamo bene che è molto più elastico, e consente di avere sconti di pena e permessi molto più rapidamente. – scrive Benedetta – Il tutto, per un reinserimento sociale. Io, come molti altri, non possiamo accettare questi per reati efferati, vengano attuati tali sconti. Io personalmente penso che in alcune fattispecie di reati, non dovrebbero essere contemplabili. Non sto qui a ripetere il modo in cui ha tolto la vita a mia sorella, perché purtroppo lo ricordo ogni giorno da 3 anni a questa parte. Ricordo ogni parola, ogni frase di quell'esame autoptico e di quei fascicoli. Ricordo ogni secondo di quei lunghi e interminabili giorni mentre cercavamo mia sorella". Poi una chiosa il post con una riflessione: "Come possiamo accettare, che un essere così crudele e oscuro, possa anche solo per 10 secondi, tornare in libertà?"

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