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Rugby, l’Italia cade in Galles 38-18: ma i giovani azzurri fanno ben sperare

LLANELLI – L’Italia ha chiaramente perso in Galles (18-38) come previsto, ma dopo tante batoste questa è forse un’altra storia: i giovani avventurosi di Franco Smith hanno orgogliosamente retto il confronto coi Dragoni. Che in questo momento sono forse la squadra britannica più debole, però vuoi mettere l’emozione di essere in vantaggio a Llanelli dopo quasi un’ora di gioco? Due mete fatte con Zanon e Meyer, cinque subìte. Invece a febbraio era finita 0-42. Continuiamo a crollare nei finali di gara e resta un abisso tra noi e le Grandi, d’accordo: ma quella luce in fondo al tunnel magari non è un treno che ci arriva addosso a tutta velocità. Anche se si perde con 20 punti di scarto. Anche se il 2020 del ct Franco Smith si chiude con 8 sconfitte in 8 partite. Sesto posto nell’Autumn Nations Cup, grazie soprattutto alla vittoria a tavolino con le Fiji, che oggi hanno piegato la Georgia: se non ci fosse stato il Covid, a mettere ko gli isolani ad Ancona, avremmo dovuto giocarcela con i georgiani. Meglio così, perché chissà come sarebbe andata a finire.

Garbisi, Varney e Trulla, fiducia ai giovani

L’Italia ha celebrato una coppia di registi giovanissima e di talento: Garbisi è bravo, per favore non roviniamolo. L’italo-gallese Varney è decisamente più veloce, preciso, incisivo, entusiasta di Violi. Un altro ventenne – Trulla – schierato ad estremo in un tempio gallese, pareva blasfemia: al contrario, ha fatto vedere belle gambe e un calcio potente. Finalmente stiamo ritrovando una prima linea efficace: Fischetti e Zilocchi, supportati da Bigi, sono dei guerrieri. Come Lazzaroni e Cannone in seconda linea. Non stiamo parlando di fuoriclasse, altrimenti gli azzurri non avrebbero perso ancora (è la sconfitta numero 36 su 37 incontri con le nazioni del Tier 1: desolante, vero?): però questi ragazzi meritano fiducia, tanto la pazienza l’abbia perduta da troppi anni. E a prescindere dall’australiano di origini samoane, Monty Ioane: che ha toccato pochi palloni ma allo scadere con rabbia stava per segnare una meta.

Il Galles parte forte, ma Bigi non si arrende

L’Italia ha subito sfidato il Galles sul piano del ritmo, e gli è andata male: 3 turnover subìti nei primi 13 minuti ma soprattutto la meta al 7’ del mediano di mischia Hardy, dopo che Tipuric aveva corso per almeno 30 metri servito da Faletau approfittando di Canna schieratosi troppo largo e in anticipo. L’aggressiva difesa rovesciata degli azzurri è sembrata efficace, così i Dragoni hanno cominciato a scavalcarla con dei calci e dopo 17 minuti il tallonatore Parry ha legittimato un vantaggio che – complice un’altra trasformazione di Sheedy, si è fatto preoccupante. Però Bigi e i suoi hanno avuto il merito di non farsi prendere dal panico, anzi.

La meta di Zanon, e bene i piloni azzurri

Il ritorno è stato segnato dalla coppia dei piloni: Fischetti si è guadagnato una punizione che ha fruttato i primi 3 punti di Garbisi, Zilocchi ne ha vinta un’altra che ha riportato i nostri nella metà campo avversaria: rimessa laterale vinta da Meyer, un buon lavoro con la maul avanzate e la regìa di Varney, quindi un calcetto a seguire di Canna per Zanon che ha marcato in mezzo ai pali. Allo scadere del primo tempo, una splendida azione innescata ancora da canna e Zilocchi, con una spettacolare corsa di Varney, ha regalato altri 3 punti dalla piazzola. E si è andati negli spogliatoi sotto di un puntino appena (13-14) ma con un uomo in più, per il cartellino giallo a Josh Adams.

Meyer in meta, un sogno che dura poco

L’Italia dovrebbe approfittare del vantaggio numerico, invece all’inizio della ripresa è il Galles che allunga con la punizione di Sheedy, fischiata per un fallo di Mbandà. Però un solo minuto dopo gli azzurri vanno in vantaggio grazie alla marcature di Meyer, che ringrazia le corse elettrizzanti di Trulla e Sperandio: la terza linea smonta come un giocattolo il povero estremo Lloyd, che cerca inutilmente di fermarlo sulla linea di meta. Peccato che la trasformazione di Garbisi esca di poco. Il sogno dura una decina di minuti, purtroppo intorno all’ora di gioco ci pensa Gareth Davies, il numero 9 titolare entrato a rimediare i danni di Hardy: riceve da Faletau, sfugge alla presa di Cannone e si tuffa, imprendibile.

Il crollo finale, ma Ioane ci prova ancora

L’ingresso di Davies ha dato un’altra lucidità all’attacco dei padroni di casa, e North viene premiato con una metà in realtà non così chiara – Barnes non ha sicuramente favorito gli azzurri durante l’incontro: nei primi minuti ha ignorato una brutta spallata di Liam Williams su Canna -, poi a 5’ dal termine è arrivata una meta tutta British Lions, con Mori ancora una volta discutibile in difesa e Faletau ha confezionato la marcatura di Tipuric. Il tentativo allo scadere di Ioane, frustrato, può però essere preso come un augurio per il futuro. Tanto, peggio di quest’anno è impossibile.
Galles-Italia 38-18 (14-13)
Marcatori: 6’ pt meta Hardy tr. Sheedy, 17’ meta Parry tr. Sheedy, 28’ e 39’ cp Garbisi, 33’ meta Zanon tr. Garbisi; 7’ st cp Sheedy, 8’ meta Meyer, 17’ meta Davies tr. Sheedy, 28’ meta North tr. Sheedy, 35’ meta Tipuric tr. Sheedy.
Galles: Liam Williams (17’ pt Lloyd, 19’ st Holmes) – Adams, North, Johnny Williams, Rees-Zammit – Sheedy, Hardy (11’ st Davies) – Faletau, Tipuric, Botham (11’ st Wainwright) – Alun Wyn Jones (23’ st Dee), Rowlands (14’ st Hill) – Francis, Parry, Smith (14’ st Jones).
Italia: Trulla – Sperandio (14’ st Mori), Zanon (36’ st Allan), Canna, Ioane – Garbisi, Varney (30’ st Palazzani) – Steyn, Meyer, Mbandà (23’ st Lamaro) – Cannone (36’ st Stoian), Lazzaroni – Zilocchi (30’ st Ceccarelli), Bigi (23’ st Ghiraldini), Fischetti (36’ st Ferrari).
Arbitro: Barnes (Ing).
Note: 39’ pt cartellino giallo Adams
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