Fra i primi paesi al mondo a salutare l’orribile 2020 ci sarà la Nuova Zelanda: un’ora dopo rispetto a Kiribati, alle Sporadi Equatoriali, che anticipa di poco le isole Tonga e Samoa. Auckland festeggia insieme alle isole Fiji e a Tuvalu. E proprio da questo “primato” geografico parte una nuova iniziativa dell’ente turistico locale: archiviare i dolori, le amarezze e i programmi saltati a causa della pandemia da Sars-CoV-2 e trasformarli in un seme di speranza. “Come primo paese al mondo ad accogliere il 2021, vogliamo iniziare con una dose di positività” si legge nel sito di Forest of Hope, il programma destinato a chiunque, in tutto il mondo, voglia condividere la cosa più importante che ha perso nel corso dell’anno. E collegarla a un gesto concreto: donare un albero che sarà piantato in Northland, l'estrema regione settentrionale dell'Isola del Nord, e a Queenstown, sulle sponde del Lago Wakatipu, nell'Isola del Sud.
“Al momento non possiamo condividere il nostro bellissimo paese come facciamo di solito, ma possiamo aggiungere altra bellezza e tutelare la salute dell’ecosistema – spiega la piattaforma dedicata all’iniziativa – quando potremo di nuovo accogliere i visitatori potrai visitare il tuo albero. Quello che hai contribuito a piantare e far crescere”. Matrimoni cancellati e rinviati, viaggi e programmi spostati o andati all’aria, impegni e traguardi personali o di lavoro. La pandemia ha causato, e continua a causare, centinaia di migliaia di morti. Ma ha anche terremotato le esistenze di chi ne è uscito o non ne è stato finora toccato. Da lì, secondo Tourism New Zealand, occorre ripartire: dalle foreste native, lungamente minacciate soprattutto nel periodo coloniale a partire dall’inizio dell’800 e che ha trovato una sua conclusione ufficiale solo nel 2002 con lo stop al disboscamento.
“In Nuova Zelanda i valori maori di ‘manaaki’ e ‘tiaki’ (nutrire, preservare e proteggere) sono diventati oggi incredibilmente rilevanti – spiega a Travel + Leisure Sarah Handley, general manager per Americhe ed Europa dell’ente turistico nazionale – manaaki si riferisce all'importanza di mantenere l’empatia e tiaki ci ispira a prenderci cura delle persone e dei luoghi. Anche se i nostri confini rimangono chiusi ai visitatori internazionali, vogliamo estendere un po’ di manaaki e incoraggiare un senso di tiaki a coloro che hanno bisogno di un po' di ottimismo per il nuovo anno". Donare un albero costa 10 dollari neozelandesi e se ne possono piantare fino a 50.
Per dare vita all’operazione l’ente turistico si appoggia a un’associazione dedita alla conservazione ambientale, “Trees That Count”, lanciata quattro anni fa e il cui obiettivo è appunto piantare 200 milioni di alberi di specie native in tutto il paese. Come? Attraverso un marketplace in grado di collegare finanziatori e chi, concretamente, si occuperà della piantumazione. Proprio come nel progetto “Forest of Hope”. Tramite il sito i donatori possono appunto donare uno o più alberi e monitorarne la messa a dimora scegliendo di ricevere una notifica.
Secondo la responsabile dell’associazione, Adele Fitzpatrick, quella di Tourism NZ è una campagna che si spinge ben oltre gli auspici per il 2021. Un progetto che parla di futuro e di come non potrà che collegarsi a quello della natura: “La nostra partnership ci consente di espandere l’ottimismo per l’ambiente a chi abita fuori dal paese, col messaggio che le foreste native sono parte della nostra cultura, del nostro benessere e della prosperità futura. Gli alberi sono uno degli strumenti più potenti per contrastare il cambiamento climatico proteggendo la biodiversità e questo rafforza la visione internazionale di Aotearoa come una nazione di incredibile bellezza naturale, avventura ed esperienze uniche collegate alla natura”.
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