I pagamenti della cassa integrazione tardano ad arrivare, mettendo in difficoltà i lavoratori che devono pagare bollette e affitti. Al ristorante Moltivolti di Palermo hanno trovato una soluzione: "Quattordici persone, amici e clienti, anticiperanno i soldi degli ammortizzatori sociali ai nostri dipendenti che hanno più bisogno. Quando lo Stato pagherà, chi ha avuto il prestito restituirà i soldi, ovviamente senza interessi", racconta Claudio Arestivo del locale di Ballarò.
L’idea è tanto semplice quanto efficace. Per dare una mano si sono fatti avanti impiegati, professori universitari, farmacisti, avvocati, insegnanti, bancari che hanno messo su un gruzzoletto di quattromila euro. Tra di loro c’è la ricercatrice Vera Panzarella, che alla domanda "perché hai aderito?" risponde con uno spiazzante "e perché no? Penso che la collettività debba adoperarsi per dare una mano a chi è in difficoltà. Io e mio marito siamo stipendiati, il Covid non ha colpito le nostre finanze, è giusto aiutare gli altri".
di CLAUDIO REALE
Il progetto è nato per caso: una discussione in una delle tante riunioni online e l’idea che arriva tra un confronto e l’altro. "Durante il primo lockdown, migliaia di lavoratori hanno ricevuto le somme dovute con estremo ritardo e l’attuale programmazione retributiva prevede tempi di erogazione posticipati di due o tre mesi, peraltro con una riduzione sullo stipendio di circa il 35 per cento — dicono quelli di Moltivolti — Questa situazione di precarietà sociale non ha tuttavia affievolito lo spirito comunitario di coloro che possono garantire azioni di sostegno e di supporto".
Nel ristorante-coworking di Ballarò lavorano 28 persone, 25 delle quali sono in cassa integrazione da ottobre. Il prestito lo riceveranno in dieci, tra camerieri e personale di cucina. Sono quelli che più soffrono la crisi: uomini e donne di origini straniere, ragazzi senza una famiglia cui chiedere una mano. "Se mio fratello è in difficoltà, io gli do i soldi e poi, quando li avrà, me li restituirà. Così stiamo facendo con questo progetto, né più né meno", racconta uno dei 14 creditori, Andrea Cozzo, docente di Lingua e letteratura greca all’università di Palermo.
di
Sara Scarafia
Quella di Moltivolti è una sorta di patrimoniale volontaria: chi ha di più dà a chi ha di meno. "E non è neanche molto costosa perché comunque è un credito. Sì, ci può essere una piccola percentuale di rischio, ma niente di che", argomenta il professore. L’aspetto più importante è il senso di comunità, "la consapevolezza — dice Cozzo — che come individui non esistiamo". E poi, aggiunge Panzarella, "dare una mano al tuo vicino ti rende più partecipe: puntare sulla relazione è la strategia vincente".
Manca ancora qualche adesione per coprire il monte di cassa integrazione da anticipare. "Se dovessero esserci più creditori rispetto al necessario, gli indicheremo altre realtà da aiutare — continua Arestivo — Speriamo, infatti, che questo modello funzioni e che altri lo replichino".Original Article
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