L’esame “farsa” di Luis Alberto Suarez travolge il vertice manageriale della Juventus. Il direttore dell’area sportiva e chief football officer Fabio Paratici è indagato dalla procura di Perugia per "false dichiarazioni al pm", perché davanti ai magistrati ha negato di essersi interessato della pratica per l’ottenimento della cittadinanza italiana dell’attaccante uruguaiano, fino alla metà del settembre scorso obiettivo di mercato del club bianconero. Per lo stesso motivo ha ricevuto un avviso di garanzia l’avvocato della società Luigi Chiappero. Agli atti dell’indagine, infatti, risultano telefonate e messaggi whatsapp tra i due e alcuni dirigenti del ministero dell’Interno, prova dell’interessamento. Sulla questione si muove anche la giustizia sportiva: la procura federale ha chiesto le carte alla procura di Perugia e Paratici rischia di incorrere nella violazione dell’articolo 32 del Codice sportivo in materia di tesseramenti dei calciatori, con possibili sanzioni per lui e la società.
Nell’ordinanza emessa dal gip di Perugia, che sospende per otto mesi la rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri e due professori dell’Università per Stranieri (il giudice ha negato la richiesta degli arresti domiciliari avanzata per due di loro), emerge anche il ruolo dell’altro legale della Juventus, Maria Turco. Della sessione d’esame “ad personam” (con la scusa del Covid la sessione è stata anticipata di cinque giorni e gli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno ritrovato il pdf con le domande inviate al giocatore molto prima del test), lei è considerata l’istigatrice. E, infatti, è indagata per concorso in falso ideologico.
I riflettori sul caso Suarez si erano spenti a fine settembre dopo la sfuriata del procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone costretto, dopo alcune fughe di notizie, a riprogrammare le attività di indagine «per garantirne la riservatezza». Gli inquirenti hanno sentito Paratici, raccolto testimonianze, rimesso in ordine i fatti. Nelle 48 pagine dell’ordinanza sono riportate le conversazioni intercorse tra l’8 e il 15 settembre tra Turco e i dirigenti dell’Università, intercettati per un’altra indagine. È la fase preparatoria all’esame di lingua italiana livello B1 che Suarez ha superato il 17 settembre, pur essendo, per stessa ammissione degli indagati, "al massimo un A1". Sicuri che nessuno si sarebbe accorto della sua impreparazione perché l’aula era vuota: "Abbiamo la fortuna che le persone non possono entrare per il Covid".
"Faremo un decreto, organizzeremo una sessione straordinara per questo candidato…", premette già l’8 settembre il dg Simone Olivieri all’avvocata Turco. Nella conversazione si inserisce Lorenzo Rocca, il docente esaminatore, che si informa su Suarez. "Qualcosa in italiano lo sa dire?", e Turco risponde: "Spererei di sì, però partiamo dal presupposto che dobbiamo fargli una roba…da principianti…". Il giorno dopo Olivieri e Turco parlano ancora, e il dg specifica che lo sdoppiamento delle sessioni è stato fatto. "Ho voluto dare una connotazione formale perché poi non volevo che si pensasse che è stato fatto un esame ad hoc per la persona. Quindi noi, per l’emergenza Covid, per evitare assembramenti a settembre, abbiamo comunque spezzato la sessione". A cui parteciperanno, oltre a Suarez, solo tre studenti. È nel corso delle intelocuzioni captate quel 9 settembre che gli inquirenti deducono l’istigazione. "Mi piace lavorare con voi – spiega Turco a Olivieri – adesso lasciamo stare il caso odierno, ma anche in futuro, se io…perché casi del genere ce ne sono, quindi mi interessa proprio anche la vostra proposta formativa". È il passaggio in cui l’avvocata sembra promettere che la Juve in futuro manderà a Perugia altri calciatori. Olivieri coglie al volo: "La ringrazio, ma guardi noi non per anticiparle il risultato, che non posso nemmeno, ma sono molto bravi e poi vedrà che con il corso che fa (il corso preparatorio, ndr) c’è una certa garanzia sul risultato!".
Original Article
Commenti recenti