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L’alter ego chiamato Paul

Quella di John e Paul è una storia pazzesca, un insuperabile progetto del destino, ma in fin dei conti è anche la storia di una grande amicizia. E forse era già tutta scritta nella scintilla del loro primo incontro, nel campetto periferico della chiesa di St. Peter, a Liverpool. Era un pomeriggio di luglio del 1957, John aveva diciassette anni, era a capo di uno squinternato gruppetto scolastico di nome Quarrymen.
Paul di anni ne aveva quindici, e aveva fama di saper suonare. Si guardarono, John esitò, da qualche parte intuiva che davanti a lui c'era il suo futuro alter ego, l'unico che poteva minacciare la sua leadership, ma anche il suo indispensabile complemento, vide un diorama di infinite possibilità, e allora disse sì, si può fare, e da quel momento lo squinternato gruppetto di liceo iniziò la sua trasformazione nella più grande avventura di tutta la storia della cultura pop. Ci sono gruppi che hanno alimentato la loro creatività attraverso conflitti, scontri e gerarchici rapporti di forza. I Beatles no, tra loro c'era vero amore, pur essendo competitivi, vanitosi, orgogliosi, avevano un legame cementato da gavette e sudori, dalla povertà degli esordi, dall'aver creato insieme dal nulla una magia così scintillante e maestosa.
E a modo loro si amavano anche John e Paul, piacendosi e nutrendosi l'uno dell'altro, gelosi e attenti, a cominciare da quel patto di sangue in cui decisero che chiunque dei due avesse scritto cosa, avrebbero sempre firmato allo stesso modo, Lennon-McCartney, e mantennero fede al patto fino all'ultimo giorno, anche quando ormai insieme non scrivevano praticamente più, e le canzoni erano nettamente o dell'uno o dell'altro. E continuarono ad amarsi nel loro strano e inconfessato modo anche nei momenti difficili, quando l'equilibrio della band cominciava a vacillare ed erano arrivate donne temibili e forti a minacciare l'unione del gruppo.
Nel 1968 John era volato nelle braccia di Yoko e la sua vita era cambiata. Anche a causa dell'intensità di questa relazione, scrivere insieme era diventato impossibile. Ma Paul era preoccupato per la ex di John, Cynthia, e soprattutto per il figlio Julian. Andò a trovarli e nel tragitto immaginò una canzone meravigliosa dedicata al ragazzino, si intitolava Hey Jules, poi pensò che fosse troppo personale, poteva essere controproducente, e allora diventò Hey Jude. La fece sentire a John, che non si offese, non se la prese a male, anzi quando Paul gli chiese consiglio su un verso che non lo convinceva, "the movement you need is on your shoulder" John gli disse: "È il miglior verso che tu abbia mai scritto".
Ma l'episodio cruciale, il più struggente, quello che spiega meglio di ogni altra cosa il senso di quest'amicizia accadde nel 1969, quando il gruppo stava andando in pezzi, e le tensioni più forti erano proprio tra i due leader. John era ormai totalmente preso dalla sua identificazione arte/vita, stava trasformando la sua stessa esistenza in un'opera d'arte firmata a due con Yoko, pubblicando un disco con loro due nudi in copertina che era la testimonianza sonora della prima notte passata insieme, trasformando la luna di miele in una camera da letto di un albergo in una colossale manifestazione pacifista, mandavano ghiande da piantare ai leader politici del mondo, e facevano affiggere manifesti nelle principali città del pianeta (Roma compresa) con dei manifesti con la scritta "The War Is Over".
Un bel giorno John pensò bene di scrivere una canzone che raccontasse esattamente quello che stava succedendo, la intitolò candidamente The Ballad of John And Yoko, un resoconto folle e divertente delle loro gesta. Incidentalmente era anche la canzone che di fatto raccontava di come John fosse diventato un solista che guardava oltre e fuori dalla band. In altre parole la fine dei Beatles. E voleva inciderla subito, al volo, come una istant-song, ovviamente negli studi di Abbey Road. Era il 14 aprile del 1969, fece qualche telefonata in giro, ma non trovò nessuno disposto ad aiutarlo. Cosa fece allora? Ovvio chiamò il suo amico Paul, che senza esitare gli disse di sì, se ne andarono loro due da soli in studio, suonando tutti gli strumenti, divertendosi come bimbi, e in poche ore realizzarono il pezzo. Uscì come singolo targato Beatles, e firmato Lennon-McCartney, come se non fosse la canzone che sanciva la fine di tutto.
Anni dopo John scrisse la sua canzone più feroce proprio contro Paul, una canzone terribile, sprezzante, intitolata How Do You Sleep, che stava nel disco di Imagine, con frasi di inusitata cattiveria, quella che si può avere solo verso una persona a cui si è voluto bene e da cui ci si è sentiti traditi. Paul incassò, rispose con dolcezza, ma per ammettere pubblicamente che John gli mancava ci mise anni e anni. La verità è che quando il mondo fu gelato dal suono dello sparo che uccise Lennon, il primo a capire che in quel momento era morta una parte di sé fu proprio l'amico Paul.Original Article

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