I MESI del lockdown e del distanziamento ci hanno ricordato fin troppo bene cosa significa sentirsi soli. Un'esperienza che moltissimi anziani, purtroppo, vivono quotidianamente. Eppure esiste un'arma segreta capace di tenere lontana la solitudine: la saggezza. Invecchiando, infatti, la saggezza ci rende un punto di riferimento per la famiglia e la comunità, e aiuta anche a mantenersi in buona salute. A sostenerlo sono i ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con le università della California di San Diego, di Lund, in Svezia, e del Great Global Health, che hanno scoperto come la saggezza e la solitudine abbiano uno strettissimo rapporto inversamente proporzionale: più siamo saggi meno ci sentiamo soli, e viceversa. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Aging and Mental Health.
di
Valeria Pini
Per far luce sulla relazione tra saggezza e solitudine, i ricercatori si sono serviti di due scale che misurano questi tratti della personalità: la Ucla Loneliness Scale per la solitudine e la San Diego Wisdom Scale per la saggezza. Hanno poi esaminato quattro gruppi di partecipanti: quelli di età compresa tra 50 e 65 anni e gli over 90, residenti nel Cilento e a San Diego. Dalle analisi è emerso che in tutti i gruppi è stata osservata una correlazione inversa tra solitudine e saggezza: le persone con punteggi più alti per la saggezza erano meno sole e viceversa. Inoltre, sottolineano i ricercatori, la solitudine era costantemente associata a una cattiva salute generale, una peggiore qualità del sonno e una minore felicità, mentre l'opposto era correlato alla saggezza.
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La ricerca fa parte del Ciao, acronimo di Cilento Initiative on Aging Outcomes, uno studio multidisciplinare che mira a scoprire quali sono i tanti fattori implicati nella longevità. La regione del Cilento, infatti, è un'area in cui si registra un'alta concentrazione di persone con un'età superiore ai 90 anni e in ottima salute. “Abbiamo già pubblicato lavori sugli aspetti cardiovascolari, cognitivi, psicologici e di benessere della popolazione del Cilento”, spiega Salvatore Di Somma, professore di medicina interna dell'Università La Sapienza di Roma, tra gli autori dello studio. Inoltre, studi precedenti, continua l'esperto, hanno evidenziato come in questa area viva una comunità molto unita. “Rispetto alle persone anziane che vivono nelle metropoli, che vengono abbandonati, lasciati soli e considerati non più produttivi, i centenari del Cilento diventano un vero e proprio punto di riferimento, con una grande capacità di gestire la famiglia e che hanno conservato nel tempo valori e tradizioni”.
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Sia la solitudine che la saggezza sono entrambe tratti della personalità, parzialmente ereditati e parzialmente determinati dall'ambiente. La saggezza, per esempio, ha diverse componenti, come l'empatia, la compassione, l'auto-riflessione e il saper gestire l'emotività, che hanno una forte associazione inversa con la solitudine. Le persone più sagge, in altre parole, sono meno sole. “Per la prima volta abbiamo quantificato la saggezza”, spiega Di Somma. “Vale a dire che siamo riusciti finalmente a oggettivarla, e saperla misurare servirà a identificare eventuali valori alterati della scala per poterli poi modificare”. I risultati dello studio sono molto simili e paragonabili in due culture notevolmente diverse: “una regione rurale dell'Italia meridionale e una città negli Stati Uniti, entrambe con diverse lingue native e un background storico, educativo e socioeconomico unico”, commenta Di Somma. “Siamo, quindi, riusciti a validare la scala della saggezza. Un risultato che apre una frontiera incredibile sul futuro della gestione del benessere e della longevità”.
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