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La forza del bambù, l’acciaio vegetale tra edilizia e tessile

Avete presente i classici arredi da giardino in bambù genere vecchio stile? Dimenticateli. Il bambù, conosciuto anche come “acciaio vegetale”, vive oggi una second life che lo ha trasformato nel nuovo mantra degli ecologisti di tutto il mondo. Come si usa? Si adatta indifferentemente ad arredi, tessuti e (forse a sorpresa) costruzioni. Anzi. E’ soprattutto in quest’ultima declinazione che sembra particolarmente sexy per il mercato.

La forza infinita del bambù

Il bambù è infatti una graminacea dalla crescita velocissima ed è un eco-materiale utile per realizzare interi palazzi ma con un minor impatto ambientale rispetto a molti strumenti tradizionali. Chi è stato nelle grandi metropoli asiatiche, tanto per citare un esempio, sa perfettamente come le impalcature delle case realizzate in bambù resistono con nonchalance al peso di interi cantieri di operai. Il bambù però, pur essendo molto resistente, è anche leggero: questa doppia qualità gli permette di difendersi dai terremoti molto più di altri materiali classici usati in edilizia. La sua pianta ha un diametro variabile tra i 5 e i 20 centimetri ed è appunto chiamato acciaio vegetale perché ha le stesse caratteristiche di durezza dell’acciaio sommata ad una resistenza a compressione doppia rispetto a quella del calcestruzzo. E’ insomma il materiale perfetto per realizzare elementi di sostegno come pilastri e colonne.
Vivere green

Così il bambù pulisce l'aria. E salva l'ambiente

di

Fabio Marzano


Duro, durissimo ma soprattutto green. Per coltivarlo non occorrono fertilizzanti e ha la capacità di immagazzinare molta anidride carbonica. Coltivare il bambù, e soprattutto diffonderlo sul territorio, ha effetti positivi per la prevenzione all’inquinamento atmosferico e per regolare il microclima. Senza contare che per la sua coltivazione non vengono mai usati fertilizzanti chimici inquinanti. Infine, anche al termine del suo ciclo di vita, il bambù si può smaltire e riutilizzare. Non solo. Crescendo molto rapidamente (anche 20 metri in otto mesi) diventa naturalmente molto economico. Dopo la stagionatura e l’essiccatura, si passa ai trattamenti di protezione del bambù. Naturalmente con sistemi naturali: l’immersione in acqua e sabbia o l’essicazione tradizionale attraverso il fumo.
Chi sono gli architetti che lo hanno impiegato con maggior successo? Jaime Botero e Simon Valez hanno realizzato edifici enormi. Poi ci sono i progetti di Vo Trong Nghia, in Vietnam, come il Kontum Indochine Café, il Green Village a Bali o il padiglione vietnamita progettato per Expo 2015. Questo padiglione, ideato da Vo Trong Nghia Architects, è realizzato su due piani e costituito da un parallelepipedo di 28 per 11 metri. A fine Expo è stato naturalmente smontato e riusato in altri edifici.

Il padiglione vietnamita di Vo Trong Nghia per l'Expo 2015

Ed è sempre più diffuso l’uso del bambù nei tessuti. Tra le prime a sceglierlo in Italia è stata la designer Francesca Allegrini che lo considera un materiale fondamentale per la sua azienda Fusioni tanto che ha una linea denominata “Bambo0”. "Il bambù è chiamato la eco-fibra del ventunesimo secolo – spiega Allegrini – è la risorsa più rinnovabile e sostenibile del nostro pianeta ed è totalmente biodegradabile e non richiede il reimpianto dopo la raccolta perché produce continuamente nuovi germogli”.

I segreti dell'aloe, elisir verde al 100%

Perché piace alle clienti di Fusioni? “E’ traspirante e molto assorbente e la sua funzione di assorbimento dell’umidità e la traspirazione della fibra è migliore rispetto a quella di molti altri materiali con cui ho lavorato”. Il motivo? “Sta tutto nella trama del tessuto che contenendo tante micro-cavità di aria può assorbire e far evaporare il sudore in pochissimo tempo”. Ed è anallergico: “Grazie a un bio-agente presente all’interno della struttura molecolare del bambù la fibra garantisce un’altissima protezione antibatterica, anti-acari, anti-tarme. Dai test risulta che i batteri possono sopravvivere in grande quantità e moltiplicarsi nella fibra di cotone, ma quando sono nella fibra di bambù circa il 95% dei batteri moriranno dopo 24 ore. Grazie a questa azione antibatterica è deodorante e tiene freschi a lungo senza cattivi odori”.Original Article

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