Tra chi fa i conti per capire quanti parenti invitare a Natale e chi cerca il modo di lasciare la regione prima della chiusura, si inseriscono con fendenti le parole del primario di immunoematologia e medicina trasfusionale dell'ospedale Moscati di Avellino, Silvestro Volpe. Il medico si è sfogato su Facebook con un post destinato a far discutere, in cui mette in discussione l'intera ricerca sul coronvirus fin qui effettuata. Mentre le Campania diventa zona arancione e molte delle regioni si preparano a tornare in zona gialla, il dottor Volpe rimette tutto in discussione. Prima di essere un medico, il primario è soprattutto un uomo e probabilmente in queste ore è scosso dalla perdita per Covid del suo collega, il primario di infettivologia dello stesso ospedale.
"Dovete sapere una cosa: non sappiamo come curarvi", inizia con queste parole lo sfogo di Silvestro Volpe, che in poche parole delinea uno scenario oscuro di questa seconda ondata. In Italia abbiamo fatto conoscenza con il coronavirus lo scorso febbraio anche se, ormai sembra acclarato, il virus circolava nel Paese già da tempo. Da quel momento il personale sanitario e i ricercatori sono entrati in trincea per trovare il modo per sconfiggerlo. A oggi non c'è ancora un farmaco specifico contro il Covid-19 ma negli ospedali si sperimentano soluzioni già esistenti, si cerca di trovare la terapia in grado di salvare il maggior numero possibile di vittime. Sono trascorsi 10 mesi da quando il primo paziente italiano è entrato in ospedale con la diagnosi di Covid ma, stando a quanto riferisce il primario dell'ospedale Moscati di Avellino, da allora la situazione non è cambiata molto.
"Chi ce la fa, ce l'avrebbe fatta anche senza il nostro aiuto", scrive il dottor Volpe in quella che sembra essere quasi una dichiarazione di resa. "C'è chi ce la fa e chi no (non sappiamo perché). Ma non dipende da noi e non fate affidamento su di noi", prosegue il primario. Infine, dal suo post pare un appello, uno dei tanti che si leggono e si sentono in questo periodo: "Non ammalarsi è la cosa migliore. Consiglio: non sfidate, state lontano da questo bastardo, è questo il modo migliore per stare tranquilli". Impossibile non notare i toni allarmistici delle parole di Silvestro Volpe. Poche ore fa da Avellino è giunta notizia della morte di una 17enne di Avellino che soffriva di gravi patologie congenite e il 23 novembre era risultata positiva al coronavirus con una polmonite interstiziale. Dopo un periodo di degenza in reparto Covid, i medici avevano deciso di operarla e da quel momento la sua situazione era precipitata.
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