Le pagine social dei giovani di destra italiani in questi giorni sono animate dal dibattito in corso nel movimento giovanile di Fratelli d'Italia "Gioventù Nazionale" dopo l'appello #Riaccendiamolafiaccola lanciato per introdurre nel simbolo del movimento la fiaccola tricolore: "I nomi cambiano, ma i simboli restano. La Fiaccola Tricolore, da sempre simbolo dei movimenti giovanili di Destra fin dal dopoguerra, rappresenta il passaggio del testimone fra le diverse generazioni. […] È giunto il momento. Riaccendiamo la fiaccola: la storia continua!"
All'appello hanno aderito alcuni dirigenti locali ma non sono mancate le prese di distanza da parte dei vertici nazionali come il portavoce nazionale Stefano Cavedagna e il vicepresidente Mario Pozzi.
Il presidente Fabio Roscani è intervenuto sulla vicenda e, intervistato da ilGiornale.it, ha chiarito la sua posizione: "La mia militanza giovanile nasce sotto la fiamma, noi siamo eredi diretti della fiaccola tricolore e, a differenza della sinistra, non rinneghiamo i nostri simboli e le nostre origini ma fare un dibattito pubblico su Facebook sminuisce un tema importante che andava discusso internamente. Non mi sembra il momento vista la situazione del paese, è compito del nostro movimento dare risposte ai problemi dei giovani italiani mentre c'è un governo incapace di farlo". Inoltre, sia Roscani sia Cavedagna, sottolineano che "non esiste una spaccatura in Gioventù Nazionale e il dibattito sul simbolo si farà internamente".
Senza dubbio per chi fa politica giovanile a destra, il fascino della fiamma è innegabile, così come il pantheon di significati ad essa legati. Questo dibattito rischia di diventare più controproducente che utile per Gioventù Nazionale poiché fa emergere l'immagine di una destra giovanile spaccata che non corrisponde per nulla al vero. Il rischio è riproporre un atavico problema della destra italiana divisa tra anime, correnti, capi bastione con il risultato di indebolirla favorendo la sinistra.
Dell'appello lascia perplessi la tempistica: è davvero questo il momento per una battaglia del genere? Con una disoccupazione giovanile che sale giorno dopo giorno, un governo che si è dimenticato delle nuove generazioni, con la necessità di recuperare battaglie imprescindibili per il futuro e care alla destra come il tema dell'ambiente, non sarebbe stato più logico rimandare il dibattito sul simbolo ai prossimi mesi? Non si rischia, così facendo, di trasmettere l'immagine di una destra chiusa in se stessa e lontana dai problemi dei giovani che è tutto il contrario di quanto fatto da Gioventù Nazionale in questi anni, cresciuta notevolmente nel numero di aderenti e sezioni?
C'è poi un problema di metodo: perché non sottoporre la proposta internamente agli organi del movimento ma renderla pubblica con un appello? Il risultato è stato l'emergere di discussioni che sfociano in personalismi e fanno perdere l'attenzione su un dibattito invece importante e nobile.
Non entriamo nel merito se sia giusto o meno reintrodurre la fiaccola tricolore, ci limitiamo a constatare che la sfida per la destra giovanile nei prossimi anni dovrà essere quella di attualizzare valori e principii permanenti con un linguaggio e modalità di comunicazione consoni ai nostri tempi senza dare l'immagine di una destra fautrice di battaglie di retroguardia, soprattutto dopo l'elezione di Giorgia Meloni a presidente dell'Ecr. Ciò non significa rinnegare idee che prescindono l'epoca in cui viviamo, quanto essere in grado di comprendere qual è il modo migliore per veicolare tali valori al più ampio numero di giovani possibile.
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