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Governo, Zingaretti: “Non dobbiamo tirare a campare ma essere efficienti”

C'è solo una strada per garantire stabilità al governo Conte-bis. "Non dobbiamo tirare a campare ma essere efficienti e dare segnali importanti". Basta giocare in difesa, è tempo di costruire. Così Nicola Zingaretti, in un passaggio del suo intervento all'iniziativa della Fondazione Italianieuropei "Il cantiere della sinistra" in corso a Roma. Un dibattito in streaming organizzato dalla fondazione di Massimo D'Alema cui hanno partecipato i leader della sinistra e del centrosinistra italiana. Un cantiere che mette al centro il tema della ricostruzione, politica, economica e culturale, necessaria per uscire dala crisi amplificata dalla pandemia.

Conte: “Non cadrò sul Mes, l’Italia approverà la riforma. Rimpasto no, confronto sì”

di

Maurizio Molinari


Il governatore del Lazio "deve aprirsi una fase nuova: noi non dobbiamo tornare alla stagione pre Covid. Vedo uno spazio positivo: la sirena populista dell'odio si è rivelata inefficace e strumentale di fronte alla pandemi, l'antieuropeismo non è la soluzione, c'è una difficoltà delle ricette sovraniste e populiste", ma "non durerà, e noi dovremo essere in grado di fare una proposta che pero' non puo' essere riproporre il punto di partenza del gennaio 2020 ".
E per Dario Franceschini, capo delegazione dei dem nel governo, il metodo è solo quello di accettare "l'inesorabilità di una alleanza" sempre più strutturale tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Il ministro dei Beni Culturali commenta: "Credo si possa dire che l'esperienza dell'emergenza e della pressione fatta dall'Italia sull'Europa abbia fatto trasformare questa alleanza, da una nata esclusivamente 'contro', da un rischio, per evitare Salvini e la Lega e quello che avrebbero fatto all'Italia", in una che "ha fatto passi in tempo breve che la stanno facendo formare e mantenere attorno a qualcosa di piu' profondo che esser contro qualcosa, ma su valori condivisi".

Diretta Italianieuropei – Il futuro della sinistra

Ma in questo momento, nella maggioranza giallorossa, pronunciare la parola Europa significa mettere sul tavolo la questione della riforma del Mes. Netto Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva si rivolge ai suoi ex colleghi di partito: "Lo dico a Zingaretti e Franceschini: la battaglia sul Mes va fatta fino in fondo. Siamo in un'emergenza, che non deriva dai runner o dallo shopping ma dal fatto che servono più soldi in sanità". Ed è proprio dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che arriva l'indicazione sulle direttrici che devono orientare il rilancio: "La necessità è salvaguardare i beni pubblici essenziali: questa è la matrice di una nuova stagione politica. Dobbiamo difendere il Servizio sanitario nazionale. Lo stesso vale per la Scuola, l'Ambiente, il Lavoro".

Renzi al Pd: "Battaglia sul Mes va portata fino in fondo. Post-pandemia è una grande occasione"

Tra i partecipanti anche l'ex premier Giuliano Amato. Per il quale "la sinistra oggi fa l'errore di puntare tutto sui diritti individuali, lasciando da parte l'appartenenza a una comunità, alla costruzione di un io collettivo. Così viene vista come chi difende chi ha e non chi non ha. Il tema non è inventare politiche ma farle penetrare nella società attraverso la ricostruzione di identità". E agli errori della sinistra dedica il suo intervento anche Goffredo Bettini. Radicandoli nella crisi del 1992: "Per l'Ialia fu un anno decisivo, con il crollo dei partiti di massa, per 30 anni nel dopoguerra garanzia per l'inveramento della Costituzione e facitori di democrazia nelle istituzioni e dello Stato. Come ha reagito la sinistra a tali sconvolgimenti, ha pensato a nuove forme, è stata all'altezza? No, non siamo stati altezza". La risposta è la nascita "di una forza più ampia, più unitaria: prima cominciamo, anzi ricominciamo, questo lavoro e meglio è".
Lavoro che secondo Elly Schlein, vice presidente dell'Emilia Romagna, non può non iniziare dall'innovazione. "La sinistra paga un certo ritardo sul tema della tecnologia. L'innovazione, se non è governata dalla politica, produce sfruttamento, ma può essere una grade risorsa al servizio delle persone".
Poi l'intervento del presidente di Italianieuropei, Massimo D'Alema. Per l'ex presidente del Consiglio "la scelta di creare questo governo è stata giusta, non solo per evitare la destra nazionalista, ma anche perchè era giusto sperimentare la collaborazione tra la sinistra e i Cinque Stelle, espressione, come la definì Conte, di un populismo gentile". Ancora: "Era una scelta obbligata, così si rafforza la democrazia, si costituzionalizza quel nuovo se è accettabile e compatibile. Sono un sostenitore del governo ma non basta: c'è bisogno di un'azione politica che guardi oltre, che offra una visione del Paese. C'è bisogno di una forza politica che abbia una ideologia, parola difficile, ma che intendiamo come narrazione e visione del futuro".Original Article

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