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Gesuiti choc sugli omosessuali: “È un dono di Dio averli tra noi”

La Chiesa cattolica vive un fase di dibattito interno, e qualcosa della dottrina, anche nel rapporto tra Catechismo ed omosessualità, sembra mutare sulla scia del progresso. E i gesuiti sono spesso in prima linea quando c'è in gioco l'evoluzione. Questa ennesima apertura non proviene in modo diretto dall'Ordine, ma dalla Cvx, ossia dalla Comunità di Vita Cristiana. Non è stato il lato italiano ad esporsi, ma quello spagnolo, dove la discussione sulle unioni civili si è più o meno risolta con una vittoria definitiva dei favorevoli.

La dialettica sul punto è in corso da mesi. Il gesuita James Martin, consultore presso la segreteria per la Comunicazione, lo afferma da tempo: bisogna costruire un "ponte" tra la comunità Lgbt e la Chiesa cattolica. Martin ha scritto un libro sul tema. Un testo che è stato introdotto da Matteo Maria Zuppi, poi diventato cardinale per volontà di papa Francesco. Insomma esiste una corrente culturale e teologica che sta prendendo piede e che sembra destinata a non avere rivali.

Per i tradizionalisti o conservatori (qualcuno li chiama semplicemente "cattolici") si tratta di una inaccettabile deflagrazione della verità dottrinale, ma gli episcopati non ci badano troppo: sono nate tante pastorali specifiche per la comunità Lgbt, pure in Italia, dove il terreno per iniziative di questo tipo è probabilmente meno fertile rispetto a quello americano, per esempio. I ratzingeriani gridano all'avvento del relativismo sulla scia dei "nuovi diritti" che vengono approvati dagli esecutivi progressisti europei (e ora con Biden è probabile pure negli States), ma tanti ecclesiastici stanno assecondando quelle iniziative legislative, prescindendo in alcune circostanze dal parere del Papa, che su aborto ed eutanasia è stato sempre piuttosto chiaro. Sullle "unioni civili" – però – Bergoglio ha optato per un'improvvisa apertura. Quindi i consacrati possono aprire a loro volta con una certa legittimità. I laici non si distinguono per contrarietà, in specie quelli che fanno parte di realtà che si rifanno all'Ordine. Come la Cvx, appunto.

Il comunicato è stato pubblicato sul sito spagnolo della comunità. L'introduzione di chi trae insegnamenti dai gesuiti e dalla loro storia è sulla scia del pensiero del primo Papa appartenente all'Ordine (e della Chiesa in genere): "La Comunità di Vita Cristiana (CVX), che raggruppa 1.100 persone in 35 comunità spagnole, ha verificato negli ultimi anni "la presenza di persone LGTB + nella Chiesa e nella comunità stessa" che, come il resto dei membri del popolo di Dio, vogliono vivere pienamente la loro fede, nell'amore e nel servizio, ma che spesso trovano ulteriori difficoltà per farlo e anche il rifiuto, che genera grandi sofferenze personali e familiari". E su questo forse sarebbero d'accordo anche i tanto stigmatizzati tradizionalisti.

La nota stampa, che è stata ripercorsa sull'edizione odierna de La Verità, però prosegue con una sottolineatura che non può che far storcere il naso agli intransigenti: "Come affermato in una dichiarazione resa pubblica mercoledì 2 dicembre, per la CVX – si legge – è "un dono di Dio essere composto da persone con orientamenti sessuali diversi" e "questa esperienza di diversità nella Chiesa ha fatto crescere la comunità una profonda gratitudine e gioia". Un "dono di Dio", che è appunto una definizione che il Catechismo non prevede. Se non altro perché quel testo, che è la strada maestra per comprendere i "principi centrali" del cattolicesimo, annota pure quanto segue: "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati". 239 Sono contrari alla legge naturale". La differenza tra le due posizioni è sostanziale ed è evidente.

Tutto questo avviene mentre in Germania, ad esempio, buona parte del clero riflette sull'eventualità di benedire le coppie omosessuali: un'altra prassi che l'Ecclesia non aveva mai conosciuto prima. Una rivoluzione necessaria per il "fronte progressista", ma una pessima innovazione per chi ritiene che il rapporto tra dottrina ed omosessualità debba restare quello previsto dal Catechismo. I gesuiti sembrano tra i più convinti della bontà della prima ipotesi, che è in oggetto in tante parti del mondo, a seconda dell'impostazione dell'episcopato di riferimento. E la Cvx – com'è noto – si ispira proprio al fondatore della Compagnia di Gesù. Anche i gesuiti hanno le loro correnti interne, ma quella progressista sembra ormai dettare tempi e temi senza troppe difficoltà.

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