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Federalberghi: “Dpcm lascia hotel aperti, ma chiude in casa i clienti: a Natale in fumo il 90% di 14 miliardi”

Dal punto di vista turistico il Natale non ci sarà. E per gli albergatori ci si avvia verso un inverno tragico. Per il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Massimo Nucara, fosche prospettive incombono sulle festività natalizie e sulle vacanze invernali, con il 90% del fatturato che andrà in fumo. "Se è vero che in un anno 'normale' sono circa 19 milioni gli italiani che si mettono in viaggio tra Natale e l'Epifania, con una spesa media di circa 730 euro a persona (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) per un giro d'affari complessivo di 14 miliardi di euro – osserva in un colloquio con l'AGI – prevediamo che il 90% di tutto questo andra' perduto". Altrettanto cospicuo è il valore delle vacanze invernali: stando ai calcoli di Federalberghi, gli italiani che solitamente fanno una vacanza sulla neve tra gennaio e marzo (weekend e settimane bianche) sono 11 milioni, con un giro d'affari di oltre 8 miliardi di euro. "E anche in questo caso il 90% di tutto questo non ci sarà", sottolinea Nucara.
Il decreto legge di ieri sera e il Dpcm in arrivo confermano i timori peggiori per il settore, prosegue il direttore generale di Federalberghi. "Facciamo un esempio – riflette – il cenone di Capodanno: è pur vero che si potrà cenare in camera, ma poniamo che si vada a Firenze. Dalle 18 è tutto chiuso, quindi non resta che andare in albergo, dove si potrà cenare solo in camera. Ma allora tanto vale restare a casa". E ancora: "Il 25 e 26 non ci si può muovere tra Comuni – spiega Nucara – quindi se sei a Roma e vuoi andare a pranzo al mare a Fiumicino non lo puoi fare perché è un altro Comune".

Preparazione di addobbi natalizi a Milano, in via Manzoni (fotogramma)

È vero che ancora una volta gli alberghi non sono stati chiusi, è la riflessione, "ma più di quanto sia successo in passato vengono chiusi in casa i clienti. Magari si riescono a configurare delle mini-offerte e quindi qualcuno si muoverà. Così – ipotizza – per una coppia di fidanzati la cena in camera in un albergo può essere una cosa romantica e il milanese che vuole andare a Livigno può farlo, ma certo non può sciare. Che cosa fa allora? La passeggiatina fino alle 18 e poi? Dobbiamo tutti quanti riorganizzarci perché è responsabilità collettiva tener conto della difficoltà del momento – sottolinea – ma la norma sembra fatta apposta per dire 'italiani state a casa'". I decreti ristori fino ad ora hanno tenuto conto della situazione degli albergatori.
"E' vero – spiega – fino a oggi c'è stata un'attenzione e speriamo continui a essere così anche in futuro. Ma la pandemia ha colpito duro sulle imprese ricettive, che sono senza dubbio tra le più colpite, e in queste settimane stiamo assistendo a una replica di quanto già visto durante il lockdown primaverile".
E per la montagna? "Si prepara un inverno tragico – risponde – per quello che sappiamo a oggi, è certo che dal 21 dicembre al 6 gennaio ci sono delle restrizioni negli spostamenti. Ma non sappiamo se il 7 gennaio gli impianti saranno riaperti. Per cui oltre a perdere il flusso di Natale, si rischia di perdere tutta la stagione. Per il turismo montano l'estate ha un peso, ma non il peso prioritario che hanno le vacanze d'inverno". Allo zero assoluto non ci si arriverà, è la riflessione finale del dg di Federalberghi, "e il napoletano che va in vacanza a Ischia resterà, ma senza il cenone di Capodanno e con tutte le restrizioni e i coprifuoco farà comunque una minima parte di quello che avrebbe fatto l'anno scorso". Il pensiero infine va al lockdown primaverile: "Da marzo a maggio noi abbiamo perso il 91% dei clienti e del giro d'affari – conclude – è ragionevole pensare che questo accada anche a Natale".Original Article

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