Da Nettuno a Palazzo Chigi. Una vigilessa, condannata dalla Corte dei Conti per i danni subiti proprio dal Comune di Nettuno a causa di un sistema criminale messo in piedi con la gestione delle strisce blu, è stata scelta dalla Presidenza del Consiglio come collaboratrice. Il segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, ha chiesto all'ente locale del litorale romano l'ispettrice di polizia locale Samantha Stivaletti "in posizione di comando", per "urgenti e inderogabili esigenze". Ed è stato chiesto che la vigilessa, da tempo ormai impegnata nella segreteria del sindaco, potesse assumere servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri "con effetto immediato".
Una nota del 25 novembre a cui il sindaco Alessandro Coppola, alla guida di una giunta di centrodestra, ha risposto subito autorizzando il trasferimento a partire dal 7 dicembre, come poi deliberato dalla giunta. Via libera dunque all'incarico a Roma per la vigilessa, per un anno ed "eventualmente rinnovabile". Dallo scorso anno tra l'altro presso la Presidenza del Consiglio è distaccato anche un altro vigile di Nettuno, Claudio Creta, marito della Stivaletti, chiesto come collaboratore da Palazzo Chigi sempre per "urgenti e inderogabili esigenze". La collaborazione della coppia a quanto pare è stata ritenuta determinante dal premier Giuseppe Conte.
Samantha Stivaletti, nominata nel suo staff dall'ex sindaco pentastellato Angelo Casto, era stata coinvolta in un'inchiesta della Procura di Velletri sulla gestione della sosta a pagamento nel Comune di Nettuno tra il 2004 e il 2009. Alla luce delle indagini della Guardia di finanza, erano state formulate ipotesi di corruzione, peculato, falso e truffa. La vigilessa era stata indagata, ma poi prosciolta e sul fronte penale, nel 2017, il Tribunale di Velletri ha condannato solo l'imprenditore Aldo Iovane e solo per peculato, essendo gli altri capi d'accusa finiti in prescrizione. Diversamente però è andata con la Corte dei Conti che, partendo da quell'indagine e ritenendo anche la Stivaletti responsabile di un danno da oltre 474mila euro subito dal Comune, ha condannato quest'ultima a risarcire al Comune il 10% di quella somma in via sussidiaria e dunque quasi 50mila euro.Original Article
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