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Australia, padre gioca alla Playstation e uccide per la rabbia il suo bambino

Dall'Australia giunge la storia di un infanticidio perpetrato da un padre intento a "giocare alla Playstation". Un genitore 23enne si è infatti dichiarato ieri colpevole, davanti alla Corte suprema dello Stato di Victoria, di avere ucciso il proprio bambino, di poco più di un mese di vita, mentre il primo stava giocando ai videogiochi. L'aggressione ai danni del neonato sarebbe avvenuta il 24 ottobre dello scorso anno, nell'abitazione dove vivevano allora l'uomo, la sua fidanzata e il loro bimbo, ubicata a Benalla, nel nordest dell'entità federata.

Il presunto assassino, Joseph William McDonald, ha infatti ammesso in questi giorni, nel corso del processo a suo carico per la morte del piccolo Lucas, di avere colpito a morte il neonato a causa di un impeto di rabbia maturato mentre tale individuo stava giocando alla Playstation. McDonald, tossicodipendente, era incline a cedimenti nervosi e, nelle settimane precedenti l'uccisione del figlio, aveva condotto, hanno ricostruito gli inquirenti, molteplici ricerche sul web riguardo alle tecniche utili proprio per padroneggiare la rabbia.

Nonostante le debolezze e i vizi del 23enne, la relazione tra lui e la fidanzata Samatha Duckmanton stava proseguendo senza problemi e, anzi, era stata addirittura cementata dalla nascita del loro figlio Lucas. Paradossalmente, pochi istanti prima che avvenisse l'assassinio del minore, la stessa Samantha aveva postato sui social una foto di lei, di Joseph e del bambino, dicendo che, con la nascita del bebè, la famiglia era finalmente completa.

Pochi secondi dopo, in quel maledetto 24 ottobre del 2019, si sarebbe consumata la tragedia, con il genitore 23enne che, in base alla sua stessa recente amissione di colpevolezza, si sarebbe scagliato contro Lucas mentre il primo stava facendo, nel salotto della casa di Benalla, una partita ai videogiochi.

Negli attimi in cui il tossicodipendente australiano aggrediva il neonato, la madre di quest'ultimo si trovava nella cucina e avrebbe sentito, proprio nel momento in cui l'uomo perpetrava violenze sul minore, Lucas emettere un forte e sinistro lamento.

Spaventata da quello strano suono, Samantha avrebbe subito chiesto spiegazioni al fidanzato, che le avrebbe propinato la scusa per cui il bebè si sarebbe lamentato perché caduto mentre il padre gli stava "cambiando il pannolino". Joseph si sarebbe allora contestualmente scusato con la compagna dicendole che lui stesso si considerava "il peggior padre del mondo".

La madre di Lucas avrebbe quindi subito constatato che il piccolo presentava un evidente stato di torpore e di debolezza, per poi attribuire tale condizione di spossatezza del minore al fatto che quest'ultimo aveva da poco fatto delle vaccinazioni. Di conseguenza, il neonato non veniva immediatamente ricoverato, dato che, per la madre, la situazione non era allarmante.

Tuttavia, il giorno dopo l'aggressione, Samantha e il fidanzato decidevano di portare il figlio all'ospedale locale, in quanto le condizioni di Lucas stavano peggiorando e il bambino rifiutava il latte materno. Il personale sanitario australiano non sarebbe però riuscito a salvare il malcapitato, dichiarandolo morto il 29 ottobre.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e da fonti giornalistiche, i medici avrebbero accertato, sul corpo del bambino, diverse ferite e avrebbero capito immediatamente che il piccolo ricoverato presentava una lesione al tronco spinale. Le analisi cliniche suggerivano inoltre che le ferite subite dal bebè erano coerenti con un trauma contusivo, provocato da un forte colpo scagliato contro la testa della vittima. Il medesimo colpo sarebbe consistito probabilmente o in un oggetto lanciato contro Lucas o in un pugno assestato alla testa del malcapitato.

Mentre suo figlio lottava in ospedale tra la vita e la morte, il 23enne Joseph sarebbe all'improvviso fuggito dalla struttura sanitaria, facendo di conseguenza partire una vera e propria caccia all'uomo, condotta dalla polizia locale in tutto lo Stato di Victoria.

Una volta arrestato, il fuggitivo sarebbe stato subito incriminato per la morte del figlio, con la pubblica accusa che gli contestava di avere mentito alla fidanzata riguardo a quanto accaduto a Lucas quel maledetto 24 ottobre nel salotto della casa di Benalla.

La confessione del tossicodipendente è alla fine arrivata ieri, in un momento in cui il processo è all'esame della Corte suprema dell'entità federata. La sentenza ai danni dell'imputato dichiaratosi in questi giorni colpevole è quindi attesa per la fine di dicembre.

Nel frattempo, Samantha, devastata per la morte del bambino, continua ad accusare l'ex fidanzato di averla "tradita", affermando che il 23enne, per la gravità del crimine da lui commesso, "non merita alcun perdono".

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