L'Oms risponde. E lo fa per voce dell'ufficio europeo dell'Organizzazione. La questione è la pubblicazione, e l'immediato ritiro, del documento intitolato 'An unprecedented challenge; Italy's first response to Covid-19' sulla gestione italiana della pandemia. Un report realizzato dai ricercatori con sede a Venezia, piuttosto critico su alcune fasi della risposta governativa all'infezione, definita senza mezzi termini "caotica e creativa", e che ha provocato un infinità di misteri, accuse incrociate e mosse a sorpresa della procura di Bergamo.
Piccolo riassunto. Il report in questione viene pubblicato il 13 maggio ed è una cronistoria delle primissime fasi del contagio. Il focolaio di Codogno, le mascherine che mancano, le difficoltà delle prime ore. Alcuni passaggi però riguardano da vicino il governo, in particolare quando si cita il piano pandemico nazionale, scritto nel 2006 e solo "riconfermato" nel 2016. Il rapporto in poche ore viene rimosso dal sito web dell'Oms. Per lungo tempo non se ne accorge nessuno, finché a settembre il comitato "Noi Denunceremo" non riesce a scovarlo nei meandri della rete e a darlo in pasto ai media. Secondo una inchiesta di Report, il direttore aggiunto dell'Organizzazione, Ranieri Guerra, avrebbe sollecitato i ricercatori per modificare il documento e correggere così le note critiche verso il governo italiano. "Ho ricevuto pressioni e minacce di licenziamento affinché modificassi il rapporto e scrivessi che il Piano pandemico risale al 2016 e non al 2006, come invece è", ha detto Francesco Zambon, coordinatore della sede veneziana. Guerra ovviamente smentisce, e annuncia querele. Intanto però la procura di Bergamo lo ha convocato per una audizione.
I pm bergamaschi, peraltro, avevano convocato anche gli autori del report "incriminato", ma nessuno di loro si è presentato. Nei giorni scorsi l'Oms ha alzato il muro dell'immunità diplomatica per i suoi ricercatori. Perché allora Guerra è andato dai pm e Zambon invece no? L'Ufficio europeo dell'Oms, in uno statement reso noto oggi dall'Adnkronos, ha spiegato che "le autorità italiane hanno recentemente informato l'Organizzazione mondiale della Sanità sulle ordinanze del tribunale emesse dalla Procura di Bergamo. Abbiamo formalmente richiesto ulteriori informazioni". "Prima che le autorità italiane condividessero le ordinanze del Tribunale", però, Guerra "ha parlato con il pubblico ministero a titolo personale". Per gli altri ci sarà probabilmente da attendere. "Il personale dell'Organizzazione mondiale della sanità (e delle Nazioni Unite) – ha aggiunto l'Oms – è costituito da funzionari internazionali che svolgono tutte le attività in modo imparziale e senza timore di ritorsioni o aspettative di favori. Per preservare la sua obiettività e indipendenza, l'Oms normalmente non è coinvolta in questioni legali a livello nazionale". Infine una frecciata diretta, forse, a Zambon, che nei giorni scorsi aveva rilasciato un'intervista piuttosto critica al Corriere: l'Oms, dice l'Ufficio, "dispone di meccanismi per gestire le questioni interne, inclusa la divergenza di opinioni tra i membri del personale". Meglio lavare i panni sporchi in casa, insomma.
Qualche informazione in più l'Oms la dà anche in relazione al famoso rapporto apparso e scomparso online nel giro di un amen. Scusandosi per la "confusione" creata dalla rimozione, l'Oms spiega che il motivo del ritiro sarebbe dovuto alla presenza di "inesattezze e incongruenze". Errori che però gli autori rispediscono al mittente. C'è poi un'altra questione: se vi erano sbavature, perché non correggerle e poi ripubblicare lo studio? Mentre era offline, dice l'Oms, si sarebbe "deciso di utilizzare un nuovo meccanismo, creato nei primi mesi della pandemia, e volto ad aiutare gli Stati membri a condurre revisioni e a valutare le loro risposte a Covid-19". L'obiettivo era quello di "seguire le migliori pratiche, prevenire errori e aggiornare i piani strategici nazionali di preparazione e risposta". Ecco perché il documento "non è stato ripubblicato". Basterà come spiegazione ai magistrati bergamaschi?
Commenti recenti