Con i toccanti ricordi di un infermiere si apre il libro "Emergenza COVID-19: Niguarda Case-History" (editore L'Erma) realizzato dall'Ospedale Niguarda di Milano per raccogliere l'esperienza scientifica ed emotiva dei primi mesi della pandemia. Dal 22 febbraio, l'Ospedale Niguarda si è trovato ad affrontare in prima linea un evento senza precedenti accogliendo, in soli quattro mesi, oltre 10 mila persone nel proprio Pronto Soccorso, ricoverando 1.100 pazienti affetti da COVID.
Pochi sanno che in quel periodo, periodo estremamente duro e di pressione, al Niguarda sono stati realizzati 2.300 interventi chirurgici, effettuati 50 trapianti d'organo, ricoverate 800 persone con emergenze neurologiche e traumatiche, triplicati i posti letto in terapia intensiva, potenziato il laboratorio e acquisite nuove apparecchiature. Cifre importanti che dimostrano come il sostegno alla cura non sia venuto mai meno neppure nei momenti più difficili con uno sforzo incredibile di tutti i professionisti e gli infermieri che non possiamo dimenticare. Numeri che, coralmente, l'Ospedale ha voluto racchiudere in un libro: per non dimenticare.
Il volume, di circa 500 pagine e con un comitato scientifico composto da 32 dirigenti sanitari dell'Ospedale, oltre a far conoscere un'esperienza emotiva, raccoglie dati, tabelle, immagini, numeri offrendo un'occasione di confronto nella ricerca e nella lotta contro il virus. Certo si tratta di una scelta di coraggiosa trasparenza in un momento in cui, malgrado il personale sanitario sia ancora sotto pressione, sembra essersi spento lo slancio di solidarietà e di vicinanza percepito nei primi momenti. Ma, a quanto pare, il Niguarda con tutti i suoi 4500 operatori ha scelto la strada del confronto diretto per condividere ma anche per ripensare a ciò che è stato fatto, valutare le criticità e soprattutto capitalizzare le intuizioni, i progetti e le strategie che hanno permesso di reagire.
È Marco Bosio, Direttore Generale dell'Ospedale Niguarda, a spiegare le ragioni di questa pubblicazione: "Abbiamo voluto realizzare un libro per descrivere le scelte organizzative operate all'interno del nostro Ospedale, i diversi approcci clinici messi in campo per fronteggiare un virus sconosciuto, le piccole-grandi rivoluzioni continue cui andavamo incontro e le attività che ci hanno permesso di garantire la continuità assistenziale per le patologie e le emergenze non COVID".
Il libro contiene 28 saggi suddivisi in tre capitoli: la strategia aziendale e le scelte organizzative, l'approccio clinico, non solo COVID. Nelle pagine sono raccontate le strategie organizzative attuate dell'Unità di Crisi, il ruolo del Pronto Soccorso, della Terapia Intensiva, delle cure (cardiologia, oncologia, traumatologia, riabilitazione), l'attività chirurgica, l'area materno infantile, il supporto psicologico, la comunicazione alla famiglia, e il ruolo cruciale della ricerca e del laboratorio.
Uno spazio importante è assegnato anche alla solidarietà, che contraddistingue da sempre lo spirito lombardo. Donazioni, progetti di conciliazione vita-lavoro, supporto alla famiglia degli operatori, la comunicazione sono stati le isole su cui ricostruire la speranza.
L'importante ruolo del Terzo Settore è evidenziato non solo dalla importante testimonianza presente nel libro ma anche dal sostegno offerto alla pubblicazione. Il libro, infatti, è stato realizzato grazie al sostegno di Cancro Primo Aiuto e Avio Nord che con interventi diretti sul territorio e i voli sanitari dedicati al trasporto dei malati COVID hanno offerto sostegno e vicinanza, insieme a tante altre realtà (anche singole persone che lasciavano un pensiero) ricordate nel libro. "È importante fare memoria di quei giorni e a trarne i dovuti insegnamenti – sostiene Flavio Ferrari, amministratore delegato di CancroPrimoAiuto – a cominciare dalla collaborazione instauratasi a tutti i livelli e alla eccezionale solidarietà".
Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia: "La prima ondata, raccontata in maniera così importante nel libro, è stata un'esperienza fondamentale per gestire al meglio questa seconda fase pandemica. Il Niguarda ha dimostrato una grandissima capacità di essere flessibile e veloce per riuscire a ricoverare e curare tutti coloro che hanno avuto bisogno".
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