AGI – Il nodo non sarà la Camera, dove i 'governisti' del M5s contano di porre rimedio con qualche assenza 'dosata'. Ma il Senato, dove, visti i numeri risicati, la maggioranza potrebbe avere necessità di fare leva sull'assenza di Forza Italia. A quel punto, l'opposizione potrebbe giocare in velocità e far mancare il numero legale.
In vista di mercoledì prossimo, giorno in cui Giuseppe Conte riferirà, in vista, del consiglio europeo, anche sulle modifiche al Meccanismo europeo di stabilità, è massima la tensione nel Movimento e nella maggioranza. Il rischio è altissimo e nessuna decisione definitiva è stata ancora presa.
Un vertice che si annuncia teso
Da sempre contrario al Mes, sul partito di maggioranza pesa la decisione del governo di togliere il veto in Ue sulla riforma del Mes. Stasera è convocata alle 20,45 un'assemblea dei gruppi parlamentari pentastellati che si preannuncia tesa. Il timore dei vertici riguarda le tenuta dei gruppi stessi. Tanto che stamane sul tema è intervenuto Beppe Grillo.
In un 'post' sul suo blog, dal titolo 'La Mes è finita', il fondatore del M5s ribadisce il giudizio negativo sul fondo salva Stati. "Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento cosi' delicato", dice. "A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che "disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere", aggiunge, facendo, in un certo qual modo, 'sponda' con il premier.
L'indicazione di Grilllo
"Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli". Meglio allora, osserva Grillo, optare per "una patrimoniale ai super ricchi". Dal canto suo, anche il capo politico, Vito Crimi, chiede a tutti, nel Movimento, di stoppare "individualismi e battaglie personali" e marciare "uniti a compatti" a sostegno di Conte in Europa. A favore della riforma, oltre che del ricorso alla linea di credito del Mes per le spese sanitarie in pandemia, sono, invece, gli alleati di governo, Pd e Italia dei valori.
"La revisione del Mes è un cambiamento in meglio di questo strumento, costringe ad una maggiore solidarietà, fa un passo verso l'Unione bancaria ed il mercato unico dei capitali, in sostanza verso un Europa più politica, più forte ed anche più solidale", afferma il capogruppo dei democratici alla Camera, Graziano Delrio.
Il Pd avverte gli alleati
"Il Mes è uno strumento che si può decidere di utilizzare o meno, ma se dopo aver fatto attendere un anno l'Europa ora l'Italia non dovesse procedere rischia di perdere la sua credibilità. Il fatto che alcuni parlamentari non intendano accettare questa modifica mette a rischio la maggioranza, soprattutto al Senato", avverte.
"Noi siamo sempre disposti a mediazioni e a tenere unita la maggioranza ed il governo ma non è possibile che non si vada avanti, per noi è un punto non eludibile. Credo quindi che ci voglia ragionevolezza, l'Italia che grazie a questa maggioranza ha ritrovato credibilità in Europa ora non può rischiare di perderla", aggiunge Delrio.
"Nella riforma del Mes, di cui si discute da almeno tre anni, sono stati introdotti degli elementi positivi, l'Italia non mette veti, l'Italia deve fare l'accordo politico sottoscritto all'Eurogruppo e confermare l'accordo. Penso che il Movimento 5 Stelle farà una riflessione interna, ma un governo che non ha una maggioranza in politica estera deve fare riflettere", ammonisce il ministro dem per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola.
"Quindi io rifletterei da qui al 9 dicembre. Mi auguro che ci sia un voto condiviso da tutta la maggioranza, mi sembra normale che l'Italia firmi l'accordo per la riforma del Mes, che non significa utilizzare quelle risorse. Senza maggioranza in politica estera il governo non va avanti? Credo che questo sia nella storia della democrazia italiana, un governo deve avere sempre una maggioranza coesa che lavora insieme", continua. Il compromesso potrebbe essere produrre una risoluzione di maggioranza alla relazione di Conte, che distingua la riforma del trattato dall'uso dei fondi, anche se M5s e Pd-Iv sono divisi anche sull'uso dei fondi.
Il nodo Di Battista
Sullo sfondo restano anche le richieste di correzione alla squadra di governo avanzate da una parte della maggioranza. Una ipotesi, quella del rimpasto, respinta al mittente dall'outsider 5 stelle, Alessandro Di Battista. "Da giorni da parte di alcuni esponenti del Pd e di quel che rimane di Italia Viva arrivano richiami al rimpasto. Bettini, ventriloquo di Zingaretti, è stato piuttosto esplicito: 'Non sono contrario ad un riassetto del governo, lo ritengo utile per la Repubblica, per la democrazia italiana' – dice Di Battista – Trovo avvilente che si ambisca a poltrone o riassetti vari in un momento drammatico per la Repubblica italiana, con le mafie che hanno spalancato le fauci dell'usura, con migliaia di famiglie in difficoltà, con studenti che hanno smesso di sentirsi tali. Trovo indecoroso che si parli di rimpasto ancor di più perché ne conosco le motivazioni. Riassestamento Di potere, non certo un premio alle capacità. La poltrona della Azzolina evidentemente fa gola a molti. Soprattutto in un momento in cui in tanti si stanno rendendo conto che il ministro non ha fatto altro che difendere gli studenti, i genitori, il valore della didattica, della formazione e le virtù sociali della scuola".
L'esponente del M5s difende "Lucia Azzolina, ministro dell'Istruzione, da mesi quotidianamente massacrata", a suo giudizio, senza motivo. "Credo che alla Azzolina non venga perdonata la sua coraggiosa difesa della scuola statale, un'onta nell'era liberista che stiamo ancora vivendo", sostiene.
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