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M5S, Grillo affossa il Mes: “Strumento inadatto. Meglio patrimoniale e Imu alla Chiesa”. Il Pd avvisa: “Maggioranza a rischio”

Beppe Grillo detta la linea al Movimento sul Mes: "Strumento inadatto e inutile". È così che lo definisce in un post pubblicato sul suo blog, dal titolo evocativo "La Mes è finita", in cui prova a mettere la parola fine al dibattito interno sul fondo Salva-Stati, dopo la lettera ai vertici dei parlamentari 5S contrari anche alla riforma europea di questo strumento. Mentre il Pd avvisa: la riforma va votata o governo a rischio.
Agenda politica

Grillo stronca il Mes. L’ultimo strattone del fondatore 5Stelle a un governo in bilico

di

Lavinia Rivara


"Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile – scrive il fondatore del M5S – per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che 'disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere'. Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli".
Caos maggioranza

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di

Giovanna Vitale


Grillo poi lancia due proposte alternative al Mes. La prima è di imporre "una patrimoniale ai super ricchi", idea accolta con favore anche dal senatore di Leu Francesco Laforgia. La seconda è quella di far pagare "l'Imu e l'Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa". Sul blog si legge: "Da giorni ormai rimbalza sui social come sui giornali l'ombra nefasta dell'avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd, e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l'ha definita 'inammissibile', prevedeva un'aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso. E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi? Nel nostro Paese, secondo l'ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi".

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Grillo poi si chiede: "Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un'entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori. Una patrimoniale così concepita – conclude – significherebbe per le casse dello Stato un'entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022".
Insieme alla richiesta di far pagare l'Imu e l'Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa, si tratta per Grillo di "due proposte assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l'Italia) che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno. Se sommate, le due proposte, porterebbero nel biennio 2021/2022 all'incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro".

Di Maio: "Grillo ha ragione, no alla patrimoniale"

A sostenere le parole del fondatore del Movimento è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. "Come al solito – dice – Beppe Grillo sa essere puntuale e preciso. Bene ha fatto a scansare ogni idea di patrimoniale come quella formulata recentemente da alcuni parlamentari, che praticamente colpirebbe il ceto medio". Di Maio nella nota poi aggiunge: "Il Movimento 5 Stelle non potrà mai sostenere una simile misura: è inaccettabile tassare in questo momento chi crea posti di lavoro. Al contempo – propone – se si vuol discutere di una tassa per i super-ricchi, insomma sui milionari, ben venga, con criteri adeguati che non incidano in alcun modo sulla classe media o su chi fa impresa ogni giorno sostenendo l'economia reale di questo Paese".

L'avviso del Pd: "Su riforma Mes maggioranza a rischio"

Sul fronte Pd due ministri intervengono per ammonire l'alleato M5S a votare la riforma del Mes, pena il rischio della caduta dal governo. Così il responsabile degli Affari Ue Enzo Amendola: "Nella nostra tradizione politica, un governo ha una maggioranza che gli dà mandato in Europa. Penso che il M5S farà una riflessione interna ma un governo che non ha una maggioranza in politica estera deve far riflettere. Io rifletterei da qui al 9 dicembre – ha detto intervenendo a Radio Anch'io – Se ne discute da tre anni adesso hanno introdotto degli elementi positivi. Mi sembra normale che l'Italia firmi l'accordo per la riforma, il che non significa usare le risorse del Mes pandemico. Ma l'Italia non mette veti: noi combattiamo il veto di Orban e della Polonia" sul Recovery.
E il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, a La7, aggiunge: "Il governo e il Parlamento hanno il dovere di assumersi le proprie responsabilità. L'esecutivo va avanti finchè c'è una maggioranza che ha una visione comune, come quella di avere una visione europeista, quindi dobbiamo confrontarci su che visione comune abbiamo. Altrimenti sarebbe il caso che le forze politiche si guardino in faccia e facciano le loro scelte".
Il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, a Radio In Blu sottolinea che la riforma del Mes per i dem è un punto ineludibile: "Il Mes è uno strumento che si può decidere di utilizzare o meno, ma se dopo aver fatto attendere un anno l'Europa ora l'Italia non dovesse procedere (alla revisione, ndr) rischia di perdere la sua credibilità. Il fatto che alcuni parlamentari non intendano accettare questa modifica mette a rischio la maggioranza, soprattutto al Senato. Noi siamo sempre disposti a mediazioni e a tenere unita la maggioranza ed il governo ma non è possibile che non si vada avanti, per noi è un punto non eludibile".

Italia Viva: "No al populismo sul Mes"

Nel pomeriggio si è tenuta la cabina di regia di Italia Viva e al termine del vertice i renziani hanno ribadito che "il governo a proseguire sulla strada dell'europeismo evitando ogni rischio di ritorno populista sia sulla riforma del Mes che sul Recovery Plan". Italia viva, dicono deputati e senatori, "continuerà con impegno a mettere al centro le esigenze e i bisogni degli italiani, non le polemiche interne dei partiti della coalizione". Inoltre, il partito di Renzi "evidenzia la necessità di utilizzare i denari del Mes per affrontare l'emergenza sanitaria: solo chi non ha mai visto in ospedale può dire che il Mes non serve".
Poi, rispetto alla pandemia del Covid19 Italia Viva sottolinea: "Assistiamo con dolore alla grave situazione italiana, tra le peggiori al mondo per numero di morti, ribadisce con forza la necessità di organizzare la distribuzione del vaccino come altri Paesi europei stanno già facendo". E la nota conclude: "Iv esprime amarezza per la situazione della scuola superiore italiana che è l'unica tra i grandi paesi europei a rimanere ferma alla didattica online; auspica grande attenzione al disagio e alle difficoltà in cui versano ormai da mesi le famiglie e le imprese".Original Article

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