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La babele dello sci in Europa e l’incubo della quarantena per chi va in Svizzera

BRUXELLES, BERLINO – In modo invisibile, alla fine l’Europa ha evitato la guerra delle nevi. Italia, Francia e Germania non apriranno le piste da sci durante le feste di Natale e anche l’Austria, che aveva creato allarme e malumori con tra i partner, alla fine rientra nei ranghi: il cancelliere Sebastian Kurz ha deciso che a poter andare in montagna saranno solo gli austriaci. Il buco nero è però la Svizzera, che essendo fuori dall’Unione europea non si è sentita in dovere di adeguarsi alle richieste di coordinamento e di collaborazione giunte da Bruxelles, Parigi, Berlino e Roma. Che a questo punto hanno deciso di blindarsi per evitare che sia Berna a lucrare sui vacanzieri in arrivo dai loro paesi per poi rimandarli a casa magari contagiati dal Covid.
Il coordinamento europeo è stato discreto, si è svolto sostanzialmente dietro le quinte dopo qualche uscita pubblica iniziale. Sono stati gli sherpa dei leader, insieme ai vertici delle istituzioni europee, a sbrogliare la matassa. Non a caso ieri la Commissione Ue non ha voluto inserire lo sci nelle sue raccomandazioni sul Natale, limitandosi a scrivere che spettava ai governi trovare una via d’uscita. Una mossa dettata dalla volontà di non drammatizzare pubblicamente un potenziale scontro tra partner e dal fatto che in fondo l’Unione europea non ha competenze sull’apertura degli impianti, scelta che ricade totalmente nella sovranità dei singoli partner. E così a valle di una decina di giorni di contatti e telefonate, il rischio di spaccatura e la potenziale successiva chiusura dei confini è stato scongiurato.
Come detto, Italia Francia e Germania non apriranno le piste durante le vacanze. Sebastian Kurz ha invece tenuto fede alla sua promessa di mandare gli austriaci a sciare, ma lo ha fatto evitando problemi ai partner. Le piste riapriranno il 24 dicembre, ma dal 7 dicembre al 10 gennaio ci sarà l’obbligo di quarantena di dieci giorni per gli stranieri che verranno da zone a rischio. Secondo i parametri decisi da Vienna si tratta di tutte le aree che registrano più di 100 infezioni ogni 100mila cittadini. Inoltre gli alberghi rimarranno chiusi fino all’Epifania. In sostanza, a sfruttare gli impianti di risalita potranno essere solo gli austriaci.
Si scongiura così il danno paventato da Conte, Merkel e Macron di vedere partire in massa i propri cittadini verso le alpi austriache arricchendo le località di quel paese a scapito dei concorrenti italiani, francesi e tedeschi e magari tornando a casa con il Covid, con il rischio di scatenare una nuova ondata di contagi come la scorsa estate.
Non molla invece la Svizzera, come ha confermato oggi il ministro della Salute Alain Berset: “Non cediamo alle pressioni degli altri paesi” per chiudere le stazioni sciistiche. Così i paesi vicini intanto si cautelano: Italia e Germania imporranno la quarantena obbligatoria per chi rientra dall’estero durante le vacanze, la Francia farà controlli a campione e chi sarà trovato a tornare dallo sci in Svizzera sarà sottoposto a sette giorni di isolamento.
Resta il timore legato ad alcune regioni spagnole, che potrebbero tenere aperte le località sciistiche come ha spiegato ieri Pedro Sanchez al premier francese Jean Castex: alcune comunità autonome hanno il potere di prendere questa decisione anche contro il parere di Madrid. In questo caso, la Francia predisporrà controlli alle frontiere e quarantena simili a quelli previsti per la Svizzera.Original Article

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