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Capodanno in hotel ma in una stanza, gli albergatori divisi tra chi si arrende e chi sperimenta

Per poco tempo sono sembrati l’unica zona franca dove poter festeggiare, tasche permettendo, la notte di San Silvestro. E salutare l’orrido 2020 seduti al tavolo a lume di candela, magari pure con musica dal vivo e dj set. Anche se naturalmente nelle sale degli alberghi, tra specchi, salotti e vetrate con affaccio sull’Italia chiusa in casa, sarebbe stato impossibile accennare alcun movimento d’anca: figuriamoci l’irrinunciabile trenino con sottofondo tropico-brasiliano. E così per alcuni giorni “Capodanno in hotel” è stato uno dei binomi lessicali più googlati, con offerte che proponevano persino una bella cenetta su un galeone al largo della Laguna veneziana. Come pubblicizzava il sito “capodanno31.com”. Poi…Poi è arrivato l’ultimo Dpcm: “Vietati i cenoni di fine anno negli alberghi. Si mangia solo in camera”. E per gli imprenditori di un settore economicamente allo stremo è cominciato un altro balletto: Capodanno sì? Capodanno no? Richiamare il personale al lavoro? Lasciarlo in cassa integrazione? Gli albergatori si sono divisi: c’è chi ha rimandato al mittente le prenotazioni e annullato lo spettacolo pirotecnico di mezzanotte. E chi invece si è messo a studiare un menu ad hoc per un romantico veglione tête-à-tête, con tanto di limousine che ti viene a prendere a casa.
L’hotel Brunelleschi di Firenze, ad esempio ha deciso di dare forfait per il 31, cancellando la cena in programma che era a suon di tortelli in farcia del Mugello e scampetti cavolo nero e limone candito. “Il nostro ristorante Santa Elisabetta è un 2 stelle Michelin – spiegano dall’albergo con vista sul Duomo – E un servizio in camera che assicuri lo stesso livello è difficile da garantire. Dolenti, abbiamo rinunciato”. Niente brindisi in terrazza guardando le isole Borromeo anche per l’Hotel Villa e Palazzo Aminta, extralusso di Stresa con meraviglioso patio che guarda il lago Maggiore. Il direttore Ivan Quaglia è molto dispiaciuto: “Avevamo organizzato tutto, spettacolo pirotecnico compreso come lo scorso anno quando da noi vennero a cantare persino Ivana Spagna e Fiordaliso. Ma il room service per San Silvestro è una cosa impensabile. La gente la sera dell’ultimo dell’anno vuole stare insieme, socializzare anche se seduti ognuno al proprio tavolo come sarebbe accaduto stavolta. E quindi non apriremo per San Silvestro. Chi vorrebbe recludersi dentro una stanza per quanto bella, lussuosa e accogliente?”.
Ma più giù, a molti chilometri di distanza, c’è chi la pensa diversamente e prepara i coltelli. E le tovaglie, i piatti, i bicchieri di cristallo. Accade a Roma. Dove, grazie alle minori restrizioni perché in una regione sempre stata zona gialla, la formula “staycation” (cena+ camera a prezzi più abbordabili) in molti casi ha funzionato. Forti di questo, negli hotel più lussuosi, si sta lavorando per creare il pacchetto di San Silvestro “Due cuori e una superlusso capanna”. Perché sarà una serata forse un po’ claustrofobica, ma si spera dai risvolti molto molto romantici. “Soli” cantava Adriano Celentano negli anni Settanta, dove quel ritornello “Inutile bussare qui non vi aprirà nessuno”, faceva pensare ad alcove felici.
In realtà, in questo 31 dicembre 2020, a suonare alla porta degli alberghi ci sarà il cameriere. E sarà un peccato non farlo entrare, visti i meravigliosi menu e i soldi sborsati. Addirittura ci sarà un cameriere personale ad ogni camera al Mirabelle, ristorante dell’hotel Splendid Royal in via di Porta Pinciana a un passo da Villa Borghese. “Non ci siamo arresi – dice senza nascondere un certo orgoglio Luca Costanzi, direttore Food and beverage da 20 anni -Abbiamo messo a disposizione le camere più grandi e con affaccio sulla città. Cinquecento euro a persona con un menu davvero gourmet”. Sarà un “indimenticabile dinner@room, secondo il suo stile inimitabile”, promette Roberto Wirth proprietario dell’hotel Hassler, 5 stelle accovacciate su Trinità dei Monti.
Anche all’Eden in via Ludovisi, la serata con i calici alzati in attesa di un anno migliore si è trasformato dopo il Dpcm da cenone al roof garden a cenetta in camera da mille e una notte. I piatti dello chef Fabio Ciervo usciranno dalla cucina per arrivare dritti in stanza. Ma anche a casa di chi vorrà un cenone versione delivery a base di ravioli di baccalà e radicchio tardivo, filetto di rombo in crosta, filetto di vitello con tartufo nero, e dolci vari (185 il costo a persona per il menu a domicilio). Ma l’Aleph Rome Hotel vicino a piazza Barberini, fa ancora di più. Per l’ultima notte dell’anno mette a disposizione una limousine che verrà a prendere la coppia a casa. E una volta in albergo, tra conetti di tartare, battuta di
gamberi di Mazzara e bottoni di pasta ripieni di aragosta, la coppia aspetterà la mezzanotte e lo zampone con le lenticchie. (Da 780 a 980 euro). Al Rome Cavalieri sulla Collina di Monte Mario si punta invece direttamente al brunch del 1° dell’Anno. (155 gli adulti, 70 i bambini). E stavolta non bisognerà mangiarlo in camera.Original Article

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