NEW YORK – North Woods, il bosco di querce, aceri e olmi di Central Park, tra Upper West Side e Harlem. I fotografi sono appostati con i teleobiettivi puntati tra i rami degli alberi. Altri, con il binocolo, osservano. A una trentina di metri di distanza, seminascosto, si intravede Barry: grandi occhi neri, capoccione chiaro, piume striate grigie e marroni. Barry è un placido gufo ma sembra un animale imbalsamato, uno di quelli che si intravedono da dietro i vetri delle case lussuose dell’Upper. In genere i gufi sono uccelli notturni, ma Barry ha un motivo più impellente per stare sveglio di giorno: teme l'arrivo del suo più grande nemico, un falco che si aggira sul parco.
Questo gufo è diventato una star da quando un gruppo di devoti ambientalisti lo ha avvistato per la prima volta, il 9 ottobre, grazie a Robert DeCandido, uno studioso italoamericano del Bronx che da 28 anni porta la gente in giro nel parco per avvistare qualcuna delle 250 specie di uccelli che popolano il parco metropolitano più famoso al mondo. Biologo, ornitologo, DeCandido è considerato il santo protettore dei parchi di New York: ha lavorato per far tornare i gufi e il falco pellegrino a Central Park alla fine degli anni ’90. Lo chiamano Birding Bob, ha un sito web dove prenotare una visita guidata: la prossima è in programma domenica alle 4 di pomeriggio. Due ore di camminata a 10 dollari. Appuntamento a Riverside Park o al Boathouse, lo storico ristorante chiuso dopo 66 anni, sul lago, all’altezza della 74th Street e East Drive. Unica richiesta preventiva: indossare le maschere, “visto che voi potete rispetto agli uccelli”, spiega Birding Bob.
Nel corso della camminata lungo i 36 ettari a nord di Central Park è possibile avvistare l’usignolo dal collo nero e il tordo corona, il merlo dalle ali rosse e il cigno muto. Ma in questo momento la star è Barry, forse non come l’anatra mandarina avvistata due anni fa, ma ha qualcosa di magnetico e di magico. La gente arriva da tutta New York per osservarlo, in genere appollaiato nella zona di bosco all’altezza tra la 103 Street e la Central Park West celebrata dal sax di John Coltraine. In realtà i gufi sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare. Uno, per esempio, era stato trovato nascosto, e spaventato, tra i rami dell’abete di Natale al Rockefeller Center. Preso in custodia dagli animalisti, il gufo Rockefeller, come è stato chiamato, è tornato libero. A Central Park ne sono stati avvistati altri due negli ultimi anni, ma al momento Barry sembra l’unico esemplare. “Probabilmente è arrivato da nord in cerca di temperature più miti – ha spiegato al New York Times DeCandido – qui non ha fatto il nido, però ha messo su peso”.
Fare bird watching nella città dell’acciaio è diventato un popolare diversivo, al punto che su internet si trovano siti come E-Bird e Manhattan Bird Alert dove vengono indicati i posti migliori per gli avvistamenti. I dati vengono aggiornati di continuo. Non tutti vedono il lato romantico della cosa: questo rincorrere gli avvistamenti è considerato come una molestia. E’ sempre più facile incontrare gruppi di persone con macchine fotografiche e cellulari puntati sulle fronde degli alberi a caccia di esemplari da filmare e mostrare sui social. Il Manhattan Bird Alert dedica aggiornamenti su Barry, per indirizzare la gente sulle sue tracce. “Pubblicizzare dove si possono avvistare gli uccelli non è etico”, dicono quelli del Brooklyn Bird Club, una centenaria associazione animalista.
Birding Bob non è d’accordo: “Sono come la mafia – ha commentato – tengono nascoste le informazioni come fossero segreti”. DeCandido è convinto che alla fine tutto questo interesse faccia bene alla causa animalista: “Più persone vedranno i gufi, più li ameranno. Meno andranno a pattinare sul ghiaccio, più valorizzeranno ciò di cui i gufi hanno bisogno: gli alberi”. Resta solo un mistero: tutti lo chiamano Barry, ma alcuni bird watcher sono convinti che il gufo più famoso di Central Park sia, in realtà, un esemplare femmina. DeCandido no, lui è sicuro che Barry sia un maschio e sia in cerca di una fidanzata. “Come le persone – commenta – anche loro hanno bisogno di incontrare qualcuno”.Original Article
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